La presenza dei funzionari piemontesi nella capitale iberica proprio in questi giorni non è affatto casuale. Domenica scorsa a Madrid si è infatti conclusa l’edizione 2024 della Vuelta, che ha fatto registrare il quarto successo dello sloveno Primoz Roglic, e la delegazione di tecnici piemontesi ha potuto approcciare in maniera diretta dinamiche e criteri organizzativi. Ancora non è dato sapere con esattezza quante tappe si disputeranno in Piemonte nell’ambito della Grande Partenza 2025 sebbene in un primo tempo si fosse parlato addirittura di tre frazioni: Venaria Reale-Novara, Cherasco-Alba e San Maurizio Canavese-Ceres. Ma al momento sembrano sicure solo la partenza da Torino (o dalla Reggia di Venaria Reale che ha già ospitato la Grande Partenza del Giro d’Italia 2024) e la tappa che si concluderà nelle Langhe, nelle terre care al Governatore Alberto Cirio.
La previsione di spesa a carico della Regione dovrebbe aggirarsi sui 6 milioni di euro. Quella che fra un anno scatterà da Torino sarà l’80ª edizione della corsa a tappe spagnola, che venne istituita nel 1935, parecchi anni dopo il Tour de France (1903) e il Giro d’Italia (1909). C’è anche un po’di Torino nella storia della Vuelta. Il primo italiano vincitore di tappa fu infatti Edoardo Molinar, classe 1907, di Rocca Canavese, che si aggiudicò la tredicesima frazione della prima edizione, da lui conclusa al 4° posto in classifica.
Era torinese anche il primo vincitore della classifica finale della Vuelta, Angelo Conterno, il popolare «Penna Bianca», classe 1925, che si impose nell’edizione del 1956, allorché disputò l’ultima tappa con 40 di febbre, circondato e sospinto da tutta la squadra italiana. Dopo Conterno, vinsero la Vuelta anche Felice Gimondi) 1968), Giovanni Battaglin (1981), Marco Giovannetti (1990), Vincenzo Nibali (2010) e Fabio Aru (2015).