Quella vicenda ha influenzato il mio sonno per diverse notti. Tuttavia, ha contribuito alla mia crescita, essenziale per giungere dove mi trovo ora.
Aggiungendo che “c’è una vita oltre al tennis”. È stato l’inizio di un momento di grande felicità e relax dopo molti sacrifici, un momento di particolare importanza, considerando come ho trascorso gli ultimi mesi.
C’era sempre la consapevolezza che il lavoro non sarebbe mai finito. Nella mia testa sapevo di essere preparato e mentalmente equilibrato.
Tutto ciò mi consente di aggrapparmi al lavoro, anche quando le cose non vanno perfettamente. Qualche volta arriva subito, altre volte arriva dopo, ma arriva.
Credo nel destino, sia esso positivo o negativo. Rifletto di più sulle partite perse che su quelle vinte, perché è da lì che riparto per migliorare.
Soffermandosi su questa minoranza, possiamo dire che in quattro occasioni non è stato per colpa sua, una volta stava male, una volta le hanno rubato una palla come a Montecarlo, un’altra ancora non ha dormito la notte. Il lavoro non finisce mai.
Non siamo macchine, ed è per questo che la programmazione, l’allenamento e la gestione delle cose fuori dal campo sono così importanti. Serve la squadra giusta che ti conosce.
Nei momenti in cui uno sta male, come è successo per una o due delle partite che ho perso, ci si pone interrogativi. Potevo gestirle meglio?
Ecco perché sono stato male. Tutto questo ha contribuito alla mia crescita, necessaria anche per vincere molte partite.
Non sono mai stato uno che si prepara certi discorsi, sono istintivo. Ho sentito di dire quella cosa, è venuto spontaneo fare quella dedica perché lei è una parte importante della mia vita e sta vivendo cose che sfuggono al nostro controllo.
La fine della stagione è importante per me. Ci sono tornei che mi piacciono molto, ci sono gli indoor, poi ci sono le Finals a Torino, che per me è molto importante.
Per l’anno prossimo sarà di nuovo importante un’ottima programmazione e preparazione, speriamo di farle entrambe nel modo migliore.