Si può fare una partenza intelligente anche di lunedì sera. Il viaggio della Juventus inizia contro il neopromosso Como di Fabregas con il vantaggio di sapere che le storiche rivali hanno toppato il debutto in campionato (pareggi per Inter e Milan, clamorosa sconfitta per il Napoli), mentre tra i bianconeri si respira l’entusiasmo generato dalla rivoluzione che porta il nome di Thiago Motta. Avremo le energie giuste per fare una grande prestazione e ottenere quello che vogliamo». A Thiago Motta non mancano sicuramente le energie, ma gli uomini.

Dopo un inizio di mercato travolgente con gli acquisti di Michele Di Gregorio, Douglas Luiz, Khéphren Thuram e Juan Cabal con quasi cento milioni di euro investiti, la Juve ha rallentato le operazioni e sta ancora lavorando per sbloccare gli arrivi di Koopmeiners, Gonzalez e Kalulu. «Sono molto tranquillo per il mercato – spiega l’allenatore -: i dirigenti lavorano bene e al massimo per costruire una rosa competitiva. Ora abbiamo 19 giocatori per affrontare la partita e possono giocare solo in 11: stiamo bene, abbiamo fatto una buona preparazione e non vediamo l’ora di giocare». Dribbla sul reintegro a sorpresa di McKennie («Un giocatore utile e funzionale»), ma sulla posizione di Chiesa non ci sono ripensamenti: «La situazione non è cambiata.

Abbiamo parlato con lui ed è la dimostrazione di rispetto per tutti i miei giocatori: trasparenza e chiarezza sempre». Chiesa resta fuori dal progetto e si allena a parte insieme a Kostic, Arthur, Djalò e De Sciglio, mentre Rugani andrà in prestito all’Ajax e Nicolussi Caviglia al Venezia. Tra i fuori rosa e i rinforzi attesi, la Juve di Motta cerca così il primo successo per rispettare una consolidata tradizione. L’ultimo a cadere è stato Del Neri nel 2010, a Bari, in un altro anno zero.

«Il calcio è come la vita – dice Thiago -: niente è scontato e le cose bisogna meritarsele».