In 40mila per Juve A contro Juve B. Elkann: “Che bello, siamo a casa”
La prima volta di Thiago Motta all’Allianz Stadium finisce 4-0 per la prima squadra Nicola Balice
La prima volta di Thiago Motta all’Allianz Stadium finisce 4-0 per la prima squadra. L’ascolto è riservato agli abbonati.
Non è Villar Perosa, ma il copione della sfida in famiglia prevede lo stesso finale anche all’Allianz Stadium: un’invasione di campo dal sapore di festa, pacifica ma impossibile da contenere. Sono quasi 40mila i tifosi che hanno accolto l’invito per la prima volta di Thiago Motta allo Stadium, per il secondo anno di fila teatro della “mitica” Juve A-Juve B. Sotto gli occhi attenti della dirigenza al gran completo e di John Elkann in particolare: «Le sensazioni sono quelle di festa, è bello trovare uno stadio pieno con 40 mila persone.
Il legame che c’è tra la mia famiglia e la Juventus è come quello che c’è tra tante altre famiglie e la Juventus. Questa è una partita che si gioca a casa, siamo nel nostro stadio, la Juve gioca contro la Juve ed è un bel momento quello che vede affrontarsi la squadra di oggi e quella del futuro», con queste parole l’ad di Exor ha abbracciato i tifosi pochi minuti prima del fischio di inizio.
Accogliendo così l’inizio del ciclo Thiago Motta: «Ci sono ottime sensazioni, è un allenatore che è stato giocatore, conosce e ama il calcio, è giovane e porta con sé non solo esperienza ma anche tanta voglia, energia e determinazione. La Juventus oggi ha un allenatore che ha un grande potenziale, in questa fase in cui apriamo un nuovo ciclo è bello poterlo fare con un allenatore giovane».
Ma in fondo non mancano nemmeno i messaggi di Thiago Motta, tra campo e mercato, senza nemmeno aver bisogno di parlare prima o dopo la partitella. In questo momento un vero trequartista non c’è (la trattativa per Koopmeiners procede a oltranza, out sia Miretti che Adzic), allora ripropone una Juve con il vertice di centrocampo basso dove tutti fanno tutto: Thuram, Douglas Luiz e pure quel Locatelli a un certo punto beccato da qualche fischio prontamente sovrastato dagli applausi del resto del pubblico.
E poi occhio ai convocati: appena tre le riserve di movimento (Cabal, Fagioli, Sekulov) con gli altri giovani fin qui aggregati (Savona, Rouhi, Mbangula) lasciati a macinare minuti nella Next Gen.
Ma la formazione titolare, in questo momento, sembra chiara ed è proprio quella schierata nella sfida in famiglia: Di Gregorio in porta, linea a quattro composta da Danilo, Gatti, Bremer e Cambiaso, con Thuram a fare da collante tra i reparti e la coppia Locatelli-Douglas Luiz ai suoi fianchi, mentre alternative al trio Weah-Vlahovic-Yildiz oggi non ce ne sono. C’è voluto un po’ di tempo per scrollarsi di dosso la fatica dell’intenso lavoro di questi giorni.
Ma i 40mila dello Stadium hanno anche potuto godere dei primi gol su azione dell’era Thiago Motta: la partitella (teoricamente da 30 minuti per tempo, nella ripresa se ne sono giocati 25) è finita 4-0. Festa aperta da capitan Danilo – già capocannoniere di questo precampionato compresso – con un rimpallo fortunoso dopo la triangolazione con Locatelli al 26’, poi è Weah a raddoppiare al 30’ con la complicità di un non attentissimo Daffara.
Nella ripresa tocca a Yildiz strappare gli applausi per la staffilata dal limite che vale il 3-0 al 9’, anche se è solo Thuram a meritarsi l’unico vero coro del giorno («Siam venuti fin qua per vedere segnare Thuram») quando al 14’ trova l’incrocio dei pali con un tiro a giro dalla lunga distanza. Poi i cambi, poi soprattutto l’invasione di campo che “omologa” la festa in famiglia della Juve.