Sinner e la positività al doping: la ferita che brucia
Doppia positività al doping (Clostebol) a marzo. Il n.1 del tennis al centro di un’altra bufera ma è stato già assolto: nessuna squalifica. «Colpa di un farmaco usato dal fisioterapista»
Jannik Sinner affronta le conseguenze del dolore. Piuttosto che massaggiare i muscoli, qualcuno avrebbe dovuto trattare l’anima in questi mesi complicati.
Il giorno dopo il trionfo nel Masters 1000 di Cincinnati, Sinner afferma: «Ora posso buttarmi alle spalle un periodo davvero molto difficile e profondamente triste». Ma perché? Le tracce infinitesimali di Clostebol trovate nella sua urina hanno una spiegazione che ha convinto l’International Tennis Integrity Agency (Itia): la colpa sarebbe di uno spray cicatrizzante usato dal fisioterapista di Sinner per curare una sua ferita a un dito, che avrebbe contaminato “inconsapevolmente” il tennista durante i massaggi. Il tribunale indipendente convocato da Sport Resolutions ha dichiarato l’altoatesino non colpevole né negligente per l’assunzione della sostanza vietata.
Sinner ha accettato la sanzione per responsabilità oggettiva, che comporta la perdita di punti Atp (400) e dei soldi (300 mila euro) vinti nel torneo di Indian Wells, al quale risale la prima positività. Nonostante l’assoluzione, ci sono ancora congetture e sospetti intorno a Sinner. Resta da vedere quanto condizionato sarà l’atleta da questa vicenda e se prevarrà il sollievo per essersi tolto un peso oppure l’imbarazzo di essere al centro di polemiche. Diversi giocatori hanno espresso opinioni discordanti, con Denis Shapovalov che lamenta “regole diverse per giocatori diversi”, mentre Nick Kyrgios propone due anni di squalifica per due test positivi a uno steroide vietato.
Il preparatore atletico di Sinner ha ammesso di aver acquistato in Italia lo spray che il fisioterapista ha usato senza guanti durante i trattamenti quotidiani del campione. L’atleta è stato informato delle positività ad aprile e sospeso secondo prassi, ma ha vinto il ricorso in entrambi i casi. Il suo coach, Darren Cahill, ha sottolineato l’importanza del team nel luogo in cui è accaduto tutto, permettendo di ricostruire e spiegare la vicenda nei dettagli. Tuttavia, rimane la gravità della leggerezza di chi lo circonda e un nuovo ostacolo da superare.