La cooperativa del Bologna partecipa alla Champions. Thiago Motta: “Amo questo gruppo. Il mio futuro? Saprete quando ci saranno novità” – La Stampa
NAPOLI. Felicità, nel vocabolario di Thiago Motta, è «vedere questo gruppo di ragazzi che lavora e gioca bene». Il ritorno di fatto del Bologna nell’Europa che conta, a sessant’anni esatti dalla prima volta nell’allora Coppa dei Campioni (1964/1965), è quasi un contorno. Li amo».
Dichiarazione d’amore, in contrapposizione al silenzio forzoso imposto a un Napoli talmente in disfacimento da mettere a repentaglio anche il viaggio in Europa nella terza classe della Conference League, che rimanda a data da destinarsi, ma comunque dietro l’angolo, i pensieri futuri di una possibile separazione da consumare subito dopo le celebrazioni per il miracolo della Champions. «Il mio futuro? Quando avrò delle novità da comunicarvi ve lo farò sapere», taglia corto Thiago Motta. Con un’aggiunta, in modo del tutto casuale, che può riguardare il futuro immediato e l’avvenire che si profilerà alla fine del campionato: «Con la Juve, nella prossima sfida per il terzo posto, voglio vincere e vedere il Bologna fare una grande prestazione».
Nel giorno della Champions di fatto, quasi a dimostrazione e sublimazione dei perfetti meccanismi rodati, oliati e applicati dalla cooperativa bolognese, capita che sia proprio la classe operaia a mandare nel Paradiso del calcio continentale. Della beneficenza del Napoli tricolore, capace di incassare almeno un gol in tutte le 14 gare dell’era Calzona e di incamerare 11 scivoloni in campionato, ne approfittano due goleador mai visti prima: Dan Ndoye e Stefan Posch, autori delle due testate che in meno di un quarto d’ora hanno sbriciolato le belle statuine della difesa azzurra. «Ho lavorato tutta la stagione9 in allenamento per arrivare a segnare il primo gol in campionato: finalmente ci sono riuscito», scappa di bocca allo svizzero. «Non vogliamo parlare di Champions – l’aggiunta successiva dell’iniziatore delle danze di gioia bolognesi al Maradona – finché non ne avremo la certezza matematica.
Il nostro segreto risiede nel gruppo: lavorare per la squadra, avere tutti la stessa mentalità, sia chi va in campo a giocare, sia chi rimane in panchina. Questa è la carta vincente che ha fatto la differenza. Thiago Motta è un grande allenatore, lavorare con lui è un piacere». Tra gli eroi a sorpresa del Bologna da Champions figura anche Federico Ravaglia, al secondo rigore neutralizzato (prima di Politano, ne aveva fatto le spese l’interista Lautaro Martinez in Coppa Italia) di una stagione vissuta in leale concorrenza e alternanza con Skorupski.
«Una vittoria importante: sapevamo che sarebbe stata una gara difficile, ma dovevamo fare i tre punti per continuare a inseguire il nostro sogno. Ora siamo contentissimi – il pensiero del portiere rifiorito sotto le cure di Motta alla casa madre Bologna (esordio in A, il 13 dicembre 2020, macchiato da cinque reti incassate dalla Roma) dopo i prestiti al Gubbio, Sudtirol, Frosinone e Reggina – ma aspettiamo a festeggiare. In questa stagione chi è stato chiamato a giocare si è sempre fatto trovare pronto, non solo io, chiunque ha sempre dato il cento per cento. Siamo un gruppo fantastico in cui ciascuno fa sempre il massimo tutti i giorni.
Difficoltà ne abbiamo avute in stagione, penso al periodo di fine dicembre, alla sconfitta di Udine cui è seguita una serie di gare senza vittoria. Ma le grandi squadre si vedono proprio nei momenti difficoltà». Già, la piccola cooperativa del Bologna è diventata grande. Da sedersi, con pieno diritto e merito, al tavolo della Champions.