Bayer Leverkusen

Bayer Leverkusen-Roma, De Rossi: “Partita eroica, dolorosa uscita ma grazie ai miei ragazzi” – La Stampa

Leverkusen. Non perde mai e segna spesso a tempo scaduto. Parlando con i numeri, l’imbattuto e imbattibile Bayer Leverkusen corre senza conoscere sconfitta da 49 partite e per 17 volte ha gioito per gol fabbricati nei minuti di recupero.

La Roma, una delle poche vittime che si erano illuse di far saltare prima il banco della qualificazione e poi di sporcare con un dispiacere il percorso netto stagionale dei discepoli di Xabi Alonso, ha assaggiato entrambe le specialità della casa dei freschi campioni di Germania che in un mese, dopo aver incamerato il campionato, contano di arraffare più trofei che in 120 anni di storia calcistica (una Coppa Uefa nel 1988 e una Coppa di Germania nel 2001). All’Atalanta, nella finale del secondo trofeo continentale a Dublino il 22 maggio, e al Kaiserslautern, avversario tre giorni dopo nell’ultimo atto della coppa nazionale tedesca, l’arduo compito di interrompere o macchiare l’impressionante cavalcata iniziata con un 8-0 al Teutonia Ottensen in Coppa di Germania il 12 agosto 2023 in partite con qualcosa di grande in palio, se non ci riusciranno prima il Bochum (ultima a infliggere un dispiacere al Bayer il 27 maggio 2023) e l’Augusburg negli ultimi due pleonastici episodi della Bundesliga. Una corsa che ha superato il precedente record, messo su dal Benfica di Béla Guttmann e Eusebio tra il 1963 e il 1965, e scavallato 32 gare di Bundesliga, 5 di Coppa di Germania e 12 di Europa League, collezionando 40 vittorie e 9 pareggi.

«Non vogliamo perdere e anche stavolta lo abbiamo dimostrato. Volevamo rimanere imbattuti e ci siamo riusciti», la dichiarazione d’orgoglio professato da Granit Xhaka dopo la rete di Stanisic che non ha sporcato la marcia del Bayer delle meraviglie. Una multinazionale del pallone con la ragione sociale in Germania e due spagnoli al comando: Fernando Carro, il presidente di origini catalane, e Xabi Alonso, lo stratega basco.

L’uomo che, arrivato a Leverkusen nell’ottobre del 2022, ha cambiato la storia del Bayer: da “Neverkusen” a “Neverlosen” il giochino di parole in voga di questi tempi. «Xabi combina il meglio di Guardiola e il meglio di Klopp», dicono le glorie passate della squadra di proprietà del colosso farmaceutico Bayer. Che, per i casi strani del destino, durante una delle sue peggiori crisi, con le azioni scese del 56% in un anno, si è ritrovato a festeggiare il primo campionato vinto dalla sua emanazione calcistica.

Ora nelle birrerie di Leverkusen, dopo che la locale Bismarck Street è stata ribattezzata in Xabi Alonso Street, si narrano leggende o storie vere sulle magie dell’allenatore che da calciatore ha carpito i segreti dei suoi maestri Benitez, Mourinho, Ancelotti e Guardiola. Di come non si faccia problemi a indossare i pantaloncini e allenarsi a scopo didattica come fosse ancora un mediano, delle metamorfosi dei vari Tah, Palacios, Tapsoba e Hincapie, delle rinascite di Xhaka e Schick, delle fioriture di Frimpong, Grimaldo e Wirtz. «Raggiungere due finali è qualcosa di incredibile.

Non so neanche spiegare perché non perdiamo mai, ma adesso non ci vogliamo fermare e desideriamo fortemente vincere tre titoli. L’Atalanta? Una grande squadra, tutt’altro che una sorpresa: stanno facendo delle cose straordinarie da anni», le parole di quello che una volta era il leader delle mediane di Liverpool, Real Madrid e Bayern Monaco e che, pur di restare nella città dell’aspirina, ha detto no al ritorno in panchina a tutti i suoi ex club.

«Non sarete mai campioni di Germania», cantavano una volta i tifosi delle altre squadre a quelli del Bayer. Ricordi sbiaditi con il primo titolo tedesco che potrebbero essere cancellati ulteriormente dall’entrata in bacheca seconde coppe europee e coppe di Germania dal 22 al 25 maggio. Tre titoli in un mese contro due acchiappati in 120 anni.

Intanto, nell’attesa, i discepoli di Xabi Alonso proveranno a non perdere nelle ultime due giornate di campionato. La tenuta dell’imbattibilità per tutta una Bundesliga rappresenterebbe una novità assoluta nella storia del pallone tedesco. Niente male non perdere mai per chi non vinceva (quasi) mai.

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