Prima di tutto, Jean Le Cam. Il mitico skipper francese ha annunciato che salperà per la Transtat Cic domenica 28 aprile con il suo Tout Commence en Finistère-Armor Lux, un nuovo Imoca60 non foil, in quanto condizione necessaria per convalidare la sua qualificazione al Vendée Globe, ma non arriverà a New York, il porto del traguardo di questa transatlantica che porta avanti la storia dell’ex Ostar, perché “costretto a rimanere a terra, per gravi motivi di salute di uno dei suoi familiari”. Detto questo, facciamo un punto sulla gara. Al via da Lorient per New York (3 mila miglia) ci sono 33 Imoca, 13 Class40 e 2 barche “d’epoca”.
Nei Class 40 i favoriti per i francesi (sì, i francesi) sono due italiani, Ambrogio Beccaria su Alla Grande Pirelli e Alberto Bona su Ibsa. Lo ha chiesto a skipper e presidenti di classe Tip & Shaft, e il sondaggio dà sul podio “indiscutibilmente” Ambrogio. “Spinge davvero la sua barca in avanti, con lui è una scelta obbligata”, dice al magazine online il presidente della Class40 Cédric De Kervenoael, che aggiunge: “Ha un progetto Guelfi molto ben costruito e versatile”. Alle sue spalle, c’è anche Alberto sul Mach 40.5 Ibsa candidato alla vittoria.
“Era già abbastanza bravo nella classe Figaro, ma ora ho l’impressione che abbia trovato la sua serie e l’esercizio in cui si trova a suo agio”, dice Yann Eliès. Dietro i nostri, avrebbero buone chances Fabien Delahaye (Legallais), Axel Tréhin (Project Rescue Ocean) e Ian Lipinski (Crédit Mutuel), anche se “i loro progetti Raison rischiano di penalizzarli, essendo meno adatti alla navigazione di bolina”, secondo Eliès. Da tener d’occhio anche Vincent Riou (Pierreval-Fondation Good Planète), che arriva sul circuito con un Pogo S4 che ha personalizzato con un trimer sulla chiglia e un timone singolo. Quanto agli Imoca60, il presidente della classe Antoine Mermod parla della Transat Cic come di una “sfida tecnica che richiede una preparazione meticolosa da parte degli equipaggi, essendo la prima regata transatlantica della stagione.
Ed è anche anche una sfida sportiva perché sono 10-12 giorni intensi, con diversi fronti e tempeste. Tuttavia, non è difficile immaginare che con i foiler di oggi la regata sarà un po’ diversa e meno di bolina rispetto al passato”. Da ricordare che corre in questa classe anche l’italiano Giancarlo Pedote su Prysmian Group. I francesi interpellati da Tip & Shaft danno come favorito numero uno Charlie Dalin su Macif Santé Prévoyance, se “saprà trovare il giusto equilibrio tra competizione e ragione, dato che non è ancora libero da tutti i vincoli di qualificazione per il Vendée Globe”, sottolinea Eliès.
Subito dopo, c’è Yoann Richomme (Paprec Arkéa), vincitore della Retour à la Base e secondo alla Transat Jacques Vabre. “È più rilassato di Charlie sul tema della qualificazione al Vendée Globe”, osserva Christopher Pratt. Per Sam Goodchild, il formato della Transat CIC dovrebbe essere adatto anche a Paprec Arkea, perché “la forma del suo scafo è più adatta di altri in caso di mare grosso, e quando il vento inizia a salire, i suoi foil sono molto forti sia di bolina che di bolina”. E infine, viene indicato Jérémie Beyou (Charal), secondo su Retour à la Base con il suo progetto Manuard.
“Charal è una delle barche più competitive di bolina”, dice Christopher Pratt. “Il suo scafo ha un po‘ meno rocker degli altri ed è anche un po’ più stretto. Il team ha lavorato molto bene sulle vele e sulla resistenza aerodinamica, quindi ha davvero una marcia in più in bolina”. Vietato, infatti, finire in mezzo alla Corrente del Golfo: se la rotta diventasse troppo meridionale, si rischierebbe di incappare – una volta in avvicinamento alla costa americana – in una corrente contraria che, in alcune condizioni, potrebbe ‘remare contro’ sottraendo velocità alla barca”.
“Si tratta della regata che ha reso popolare questo sport in Francia con la vittoria di Eric Tabarly contro gli inglesi nel ‘64 – dice Ambrogio Beccaria -.. In più è considerata la più dura delle traversate in solitario perché non si naviga negli alisei. Da questo punto di vista per me è una novità assoluta, un percorso totalmente diverso da quelli che sono abituato a fare. La rotta vincente è molto a Nord: passeremo sopra all’Anticiclone delle Azzorre.
Il meteo è più rigido rispetto alle altre transatlantiche che ho fatto, il vento più instabile e le onde… alte!”. “”L’obiettivo quest’anno è il Vendée Globe – dice Giancarlo Pedote -. Pertanto, devo essere realistico e continuare a procedere passo dopo passo. In questa edizione di The Transat CIC sarà importante spingere ragionevolmente sulla barca e restare in osservazione, risolvere eventuali problemi e studiare future migliorie.
In breve, si tratta di fare le cose nell’ordine giuste”.