La regola non scritta, ma applicata, da Giovanni Malagò è chiarissima: per portare il tricolore nella voce “professione” della carta d’identità, deve essere scritto “campione olimpico”. Questa regola è così sorprendente da toglie il respiro e le parole.
La curva anfiteatro della pedana del salto che sembra la Bombonera, un argento ottenuto o perso, contro la compagna di squadra Elisa Di Francisca in una delle più emozionanti finali che il nostro fioretto ricordi, è qualcosa che fa venire i brividi. Due campionesse così diverse e così forti che si confrontano e si supportano.
Ma sul podio? No, a bordo pedana, con le lacrime che scorrono al buio.
Arianna ha una testa dura, e ora esplora un’altra arma, la sciabola, per scaricare le tossine. Il gesto di portare se stessa in pedana e trovare un senso alla vita diventa più importante di una medaglia.
Ora Parigi aspetta per completare un ciclo, verrebbe da dire per chiudere un cerchio. Arianna e Gimbo: tutti in piedi, arriva l’Italia.