Inter Milan

La Stampa: Inter conquista lo scudetto con vittoria nel derby e tricolore sul petto

Missione compiuta, l’Inter è campione d’Italia per la ventesima volta nella sua storia (1 titolo a tavolino) e la seconda in quattro anni. I nerazzurri centrano il bersaglio grosso nel modo più bello, battendo in casa propria i cugini del Milan per 2-1 nel derby della 33/a giornata.

I gol di Acerbi e di Thuram (rete n.12 in campionato per il francese) non lasciano scampo ad una squadra rossonera duramente contestata dai propri tifosi, proprio davanti agli occhi del patron Cardinale arrivato apposta dagli Usa. Con questa vittoria l’Inter vola a 86 punti in classifica, +17 sui rossoneri con 5 partite ancora da giocare.

Simone Inzaghi conquista meritatamente il suo primo Scudetto, che ne fa uno degli allenatori più vincenti degli ultimi venti anni in Italia. Uno titolo annunciato e meritato per un’Inter che di fatto è sempre stata al comando della classifica, con la Juve unica squadra a provare ad opporre resistenza nel girone di andata prima di crollare tra i suoi problemi.

Non basta al Milan la rete nel finale di Tomori, i rossoneri sono apparsi sempre in balia dei neo campioni d’Italia. Coda amara le espulsioni di Theo e Calabria, insieme a Dumfries dell’Inter.

L’ennesima sconfitta nel derby quasi certamente costerà la panchina a Pioli, che a questo punto difficilmente a fine stagione sarà riconfermato. Nel Milan, Pioli prova la mossa a sorpresa schierando Leao prima punta a discapito di Giroud.

Alle spalle del portoghese Musah, Loftus-Cheek e Pulisic. Nell’Inter Inzaghi schiera i “titolarissimi” con la coppia Lautaro-Thuram in attacco.

San Siro è tutto esaurito, come sempre elettrizzante l’ambiente e spettacolari le coreografie con botta e risposta tra le tifoserie negli striscioni. La Curva Nord dell’Inter scrive: «Il nostro destino, il vostro incubo».

La replica della Curva Sud del Milan: «La matematica non è un’opinione sul campo sono 19», con chiaro riferimento al titolo a tavolino assegnato ai nerazzurri nel 2006 per lo scandalo Calciopoli. Prima della partita osservato un minuto di silenzio per Mattia Giani, calciatore del Castelfiorentino morto dopo un malore in campo.

Si gioca in un clima invernale, con freddo e pioggia che non hanno dato tregua per tutto il giorno. Inizio di partita con l’Inter subito padrona del campo, la squadra di Inzaghi gioca con maggior determinazione e sicurezza mentre il Milan dà la sensazione di essere un po’ troppo indeciso sul da farsi.

Dopo un paio di tentativi di Lautaro e Thuram senza esito, seguiti da una timida replica milanista con Reijnders e Theo, alla prima occasione l’Inter passa in vantaggio al 18′: autore del gol Acerbi con un colpo di testa da centro area su spizzata di Pavard, su angolo di Dimarco. Male la difesa del Milan che lascia colpevolmente solo in area il difensore nerazzurro.

Sulle ali dell’entusiasmo l’Inter si divora poco dopo il raddoppio con Lautaro che spara alto a porta vuota un assist di Dimarco. La prima vera reazione rossonera poco prima della mezzora con Leao che impegna Sommer con un diagonale sul primo palo, a chiusura di un contropiede innescato da Musah.

È un fuoco di paglia, però, perché è sempre l’Inter a controllare. La squadra di Inzaghi prima dell’intervallo si divora prima con Thuram e poi con Mkhitaryan altre due grandi occasioni per raddoppiare.

Nel mezzo Milan a sua volta vicinissimo al pareggio con Calabria, un super Sommer respinge di istinto. Infine è Pavard con un intervento da campione a fermare Leao lanciato a rete.

Per il Milan è notte fonda. Pioli prova a correre ai ripari inserendo Giroud per Reijnders e passando a una difesa a tre con Musah e Theo esterni.

Reazione rossonera con Theo Hernandez che di sinistro impegna Sommer, sulla respinta Loftus-Cheek mette fuori. Il Milan prova ad alzare il baricentro e inevitabilmente concede spazi alle micidiali ripartenze nerazzurre con Lautaro e Thuram sempre pericolosi.

L’accensione di fumogeni nelle due curve fa calare una improvvisa coltre di nebbia sul campo. Pioli manda in campo anche Chukwueze per Loftus-Cheek e Bennacer per Adli, per provare a dare un’altra scossa alla squadra che arriva al 79′ quando Tomori di testa in mischia accorcia le distanze.

Il Milan improvvisamente moltiplica le forze e sfiora addirittura un clamoroso pareggio con Okafor, che non riesce ad approfittare di una indecisione di Sommer. È l’ultima vera emozione di questo derby, anche se il finale è sporcato da una rissa che vede protagonisti Theo Hernandez e Dumfries che vengono espulsi, seguiti poco dopo da Calabria.

Al triplice fischio finale dell’arbitro esplode la festa nerazzurra con tutti i giocatori e lo staff di Inzaghi che si riversa sotto la Curva Nord a festeggiare sotto uno striscione emblematico: «Ripetetelo alla Madonnina, chi è il campione e chi il piangina». Sipario.

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