Gianluca Basile

La Nazionale d’argento si riunisce 20 anni dopo Atene 2004. Basile: “Solo ora ho realizzato l’importanza di quell’impresa” – La Stampa

Prato. Aveva quasi trent’anni quella notte magica in cui, per dirla alla Pozzecco, “faceva canestro anche dal cesso”. Quasi vent’anni dopo, ancora con il quattro (49) e non con il cinque davanti nel numero che determina l’età anagrafica. Gianluca Basile si è ritrovato al BesteHub di Prato, per una reunion ideata da Giacomo Galanda e messa in pratica da Beste Spa, Fip e LBA, con i compagni di quell’incredibile argento olimpico di Atene 2004 dell’Italia del basket.

“Conta più del nostro di Mosca 1980 – ammette Dino Meneghin, allora capodelegazione – perché a quei Giochi c’erano gli americani”. La partita perfetta, la semifinale vinta con la Lituania campione d’Europa, “Baso” l’ha rivista una sola volta. “Quattro anni fa, quando la Rai l’ha ritrasmessa per onorare la figura di Franco Lauro. E sono rimasto attaccato alla tv, nonostante sapessi il risultato, con il dubbio che sarebbe finita con una nostra sconfitta.

Solo allora ho realizzato la grandezza di cosa avevamo fatto e perché tanta gente si è innamorata del basket guardando quella partita. Ma non pensavamo mai di poter tornare a casa con una medaglia al collo. La fortuna ci ha dato una mano negli incroci: incontrare Porto Rico ai quarti fu l’abbinamento migliore che ci potesse capitare. Prendere la Grecia ad Atene sarebbe stato molto più difficile.

La Spagna, imbattuta nel girone, incrociò gli Usa e uscì. Quell’Italia era un gruppo compatto anche nelle difficoltà, nato nell’Europeo del 2003. Iniziammo con una sconfitta sonora con la Francia e lo finimmo vincendo il bronzo che valeva l’accesso alle Olimpiadi proprio contro i transalpini”. Noi terminammo la semifinale tardissimo e io dovetti fare anche l’antidoping: alla fine andai a letto molto dopo le due di notte, anche perché al rientro al Villaggio Olimpico trovai quasi tutti i miei compagni che erano ancora svegli dall’adrenalina e dalla gioia”.

Resta il grande rammarico per come sia maturata l’uscita ai quarti di finale con la Francia agli Europei del 2022, ma i ragazzi stanno facendo bene e bisogna essere soddisfatti”. A 15 anni, ad esempio, mi alzavo alle 5 di mattina e andavo in campagna con mio padre. Adesso vivo di nuovo la vita dei campi e della terra con l’orgoglio di raccogliere quello che semino io personalmente”.

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