PARIGI. Scansatevi, passa l’Italia.

Dopo la squadra maschile, la pallavolo azzurra piazza in semifinale anche la Nazionale femminile che non era mai arrivata così in alto alle Olimpiadi. Gara sempre nelle mani delle italiane che solo nel primo set hanno dovuto rimontare per prendere il comando delle operazioni.

Un’orchestra praticamente perfetta, diretta in versione Von Karajan dal ct azzurro che ruota le giocatrici con garbo e maestria ma soprattutto con efficacia. E così si ritrovano in campo insieme Egonu e Antropova, Giovannini entra nei momenti clou come Cambi.

Giocano dieci atlete sulle 12 a disposizione. Con le sue mosse, Velasco ha spazzato via le ragnatele che avevano bloccato questa squadra nel passato, tra incompatibilità tecniche e caratteriali.

Una per tutte Paola Egonu (19 punti), sempre tra le migliori. Dall’altra parte la Serbia credeva di poter ripetere lo scherzetto di Tokyo, quando rispedì a casa le azzurre.

Non basta Tijana Boskovic (19 punti) e i pochi guizzi di Maja Ognjenovic, 40 anni ieri, all’ultima ai Giochi. «Abbiamo consapevolezza, ecco cos’è cambiato rispetto al passato», il commento di Monica De Gennaro, che dopo un anno di penitenza è tornata in azzurro richiamata senza indugio da Velasco che, dal canto suo, non si autocelebra, anzi: «Ora abbiamo di nuovo la Turchia che non sarà certo quella brutta vista contro di noi qualche giorno fa.

Sarà tutto diverso». Domani (ore 20) la semifinale con la squadra di Vargas e Santarelli.

Fate largo, c’è l’Italia.