L’uomo che segnò e assegnò uno scudetto un attimo prima della sirena se n’è andato troppo presto. Nativo di Pasadena, ma con il passaporto panamense, Ruben Douglas giocò a Bologna una sola stagione, quella del secondo scudetto. Da tempo ormai viveva in Costa Rica. E’ questo il sentimento che ci accompagna dopo aver risposto, in queste ore, ad una telefonata dagli Stati Uniti.
Dall’altra parte del telefono c’è Ramon Douglas, che ci gela il sangue nel darci la notizia più drammatica: Ruben, suo fratello, non c’è più. Un improvviso problema di salute gli è stato fatale, qualche giorno fa, in Costa Rica. Scompare così, a soli 44 anni, il protagonista di uno dei momenti più iconici della storia della Effe, con quell’indimenticabile tiro da tre punti convalidato dall’instant replay e che consegnò alla Fortitudo (nel giugno del 2005) il suo secondo scudetto. E se, sul campo, il matrimonio tra Ruben e la Fortitudo è durato dodici mesi, il feeling con l’ambiente della Effe e con il suo popolo non si è mai interrotto.
Anzi, si è rafforzato con il passare degli anni, nei quali Ruben si è sempre mantenuto informato sulla quotidianità della sua/nostra Fortitudo che, un giorno, avrebbe anche voluto allenare. Anche nel corso di questa stagione, al termine di ogni match, Ruben veniva regolarmente aggiornato sui risultati della squadra e aveva già pianificato (dopo il bagno di folla che ricevette nel 2019) un nuovo ritorno sotto le due Torri, che sarebbe dovuto avvenire in questi mesi, per abbracciare nuovamente tutta la sua gente, che mai lo ha dimenticato e mai lo dimenticherà. E’ davvero un periodo drammatico. Tante, troppe pesantissime perdite improvvise.
Protagonisti assoluti della storia della Fortitudo che ci lasciano, quasi sempre senza una risposta logica e una spiegazione che non sia quella di un destino perfido e inaccettabile al quale doversi ineluttabilmente piegare. Tutta la grande famiglia della Fortitudo piange, sconvolta e affranta, la scomparsa davvero troppo prematura di un indimenticabile attore protagonista della sua storia, unendosi in un commosso e fortissimo abbraccio alla famiglia di Ruben. “Vince Bologna, vince Bologna. Vince la Fortitudo, vince la Fortitudo.
E’ lo scudetto, è lo scudetto dell’Aquila”.Ciao, Ruben*