Milano. Fine corsa. Stefano Pioli lascia il Milan. La decisione della società è nell’aria da giorni, ma la sconfitta nel derby – sesta di fila e decima in quindici stracittadine guidate dalla panchina, doppio record negativo – è il passo d’addio, lo scudetto consegnato all’Inter la resa finale.
È il calcio, bellezza: lui che sorpassando i nerazzurri e cucendosi il tricolore sul petto era entrato nel cuore della gente, apprezzato dalla critica, si ritrova adesso nell’occhio del ciclone, destituito e discusso per le sue scelte, anche queste dell’ultimo confronto con la difesa a tre e Leao unica punta. «Non so se è finito un ciclo – sospira – Io sto bene, lavoro bene, la squadra ha margini di miglioramento. Vivo a Milano, quattordici mesi fa Inzaghi era quasi da buttare e poi guardate cosa ha fatto. A fine stagione, faremo le giuste valutazioni».
Riepiloga i novanta minuti, racconta d’aver parlato alla squadra: «È una sconfitta pesante, per tutto quello che c’è dietro. Ho provato a rincuorare i miei giocatori, c’è ancor una finale di campionato da giocare e una partita importante sabato in casa della Juve. Purtroppo non siamo riusciti almeno a pareggiare. Non solo deluso dal punto di vista tattico, volevamo aspettarli e ripartire.
L’Inter nel primo tempo ci ha fatto male sull’angolo e in qualche ripartenza, volevamo difendere bassi per non concedere profondità, come in occasione del gol di Thuram: la squadra ha lottato, c’è mancato un pizzico di fortuna». Riconosce i meriti all’Inter («Ha fatto un campionato eccezionale, perdendo una partita per sbaglio: da tre-quattro anni ha la rosa più forte del campionato») e analizza il cammino rossonero, soffermandosi sulla recente delusione in Europa League: «Siamo mancati nella continuità delle prestazioni. Le due partite con la Roma non sono state quelle che volevamo: stavamo bene, eravamo in condizione, ma ci siamo bloccati e non abbiamo raggiunto l’obiettivo al quale credevamo. Con riferimento al derby, non posso rimproverare nulla ai ragazzi: è stato uno dei più equilibrati».
«L’allenatore del Milan è Stefano Pioli – dice l’ad Giorgio Furlani -: siamo concentrati sul finire bene la stagione. Sulla parte sportiva le persone che riportano a Gerry Cardinale sono Moncada, Ibrahimovic e il sottoscritto: lui prende la decisione finale». Dopo i complimenti all’Inter («Avremmo voluto essere noi in questa situazione»), uno sguardo sul futuro: «Siamo già al lavoro per la prossima stagione, che sia una stagione di successo. Ci sono ancora cinque partite e siamo concentrati su quelle perché vogliamo tenerci il secondo posto.
Noi facciamo la squadra per vincere e questo è l’obiettivo: lo è stato la scorsa estate e lo sarà anche in questa stagione. Un anno fa abbiamo fatto una rivoluzione profonda, adesso il lavoro sarà più leggero». In chiusura una specificazione: «Investiamo solo sui giovani? Per me esistono giocatori bravi o meno bravi, non giocatori giovani o esperti.
Cercheremo di fare una squadra più forte e competitiva».