Parigi

La supremazia della pallavolo italiana: perché le squadre azzurre sono favorite alle Olimpiadi – La Stampa

Parigi. Primedonne.

Statistiche, ricorsi, numeri: il volto positivo delle nostre rappresentative della pallavolo ai Giochi vale innanzitutto per la posizione da occupare nel tabellone eliminazione diretta che inizia domani. La Nazionale uomini è la prima in assolute nel lotto delle squadre qualificate ai quarti, proprio per questo affronterà il Giappone domani alle ore 13 alla Arena Sud di Parigi.

Per le azzurre, invece, diventa decisivo il risultato di Brasile-Polonia che si giocherà alle ore 21): se le sudamericane vincessero 3-0 si garantirebbero il primo posto nel girone, mentre con un 3-1 decisivo sarà il quoziente punti tra le brasiliane e le azzurre. Sempre il quoziente punti sarà determinante tra Italia e Polonia se quest’ultima dovesse vincere contro il Brasile 3-0.

Laddove la sfida di questa sera terminasse 3-2, per il Brasile o per la Polonia, l’Italia chiuderà al primo posto della classifica generale. Solo dopo il match di stasera sarà possibile stabilire gli accoppiamenti dei quarti.

Ma cosa c’è dietro questo straordinario filotto di successi della pallavolo italiana ai Giochi? Va premesso che si tratta di due strade diverse che hanno come protagonisti principali i due commissari tecnici, Fefè De Giorgi e Julio Velasco.

Un cambio diventato subito una svolta, visto che l’Italia dopo poche settimane vince gli Europei. L’anno dopo arrivano i Mondiali, vinti in Polonia nella finale contro i padroni di casa, e nel 2023 il secondo posto ancora agli Europei.

Tre finali in tre anni, un primato che fonda le sue basi su un motto: “Noi Italia” è il manifesto programmatico di Fefè De Giorgi. Accanto ai titolarissimi (Giannelli, Lavia, Romanò, Russo, Michieletto, Galassi e il libero Balaso), il commissario tecnico continua a far crescere i giovani emergenti del nostro campionato (Bovolenta, i fratelli Porro, Bottolo e molti altri) che mette in campo puntualmente anche quando le gare sono calde.

È il caso della Nations League che l’Italia quest’anno si è giocata con un gruppo di giovanissimi per chiara scelta di De Giorgi. Nei quarti con la Francia è arrivata sì una sconfitta con la Francia, ma soltanto al tiebreak e dopo un match giocato punto a punto contro la squadra allenata da Andrea Giani, vincitrice poi della Vnl.

«Nei quarti di finale avversari facili non esistono, chi incontri ha poca importanza: sono tutte formazioni che possono andare a medaglia, ci saranno partite belle, combattute e tecnicamente di valore. A noi ci tocca il Giappone, che è una squadra molto forte in fase difensiva e che fa dell’organizzazione il suo punto di forza», la filosofia del ct azzurro condensata nelle dichiarazioni alla fine di Italia-Polonia di sabato sera.

L’arrivo di Julio Velasco in panchina, conseguente all’esonero di Davide Mazzanti, arriva al culmine di due stagioni avare di risultati (giù dal podio ai Mondiali 2022 e agli Europei 2023, in mezzo però una Vnl vinta) e soprattutto vissute sempre sul filo della tensione. I rapporti a dir poco tesi tra il ct Mazzanti e alcune giocatrici tra la fine del 2021 e per tutte le annate 2022 e 2023 sono il tratto distintivo della Nazionale al femminile che finisce per essere travolta al suo stesso nervorsismo e dagli equivoci.

Uno per tutto il ruolo di Paola Egonu, vicina a mollare dopo i Mondiali di due anni fa («Basta, non voglio più vestire la maglia azzurra. L’Italia non mi merita, sono stanca», il clamoroso sfogo durante la rassegna iridata in Olanda) e fuori squadra dopo gli Europei 2023.

Senza contare l’epurazione di Monica De Gennaro e di altre giocatrici ritenute troppo vicine a Egonu. Inevitabile, nello scorso autunno, il disarcionamento di Mazzanti.

Velasco prende le redini della squadra da gennaio scorso, richiama De Gennaro, mette Paola Egonu al centro del progetto, cambia capitana (Danesi invece di Sylla) e ribalta tutto, scandendo senza possibilità di equivoco la gerarchia tra titolari e riserve, senza però tenendo nessuna delle convocate al di fuori del suo progetto tecnico. Nonostante gli infortuni a ripetizione di questa stagione, l’Italia vince la Nations League che, nella prima settimana, vede in campo le seconde linee che fanno benissimo.

Poi subentrano le top player reduci dalle finali di campionato e coppe europee ed è il trionfo nella Vnl. «Con la Turchia la squadra si è espressa molto bene, ed è bastato quello che abbiamo fatto, però non dobbiamo mai dimenticarci che dall’altra parte della rete c’è sempre un avversario che ti può mettere in difficoltà e se questo accadrà noi dobbiamo essere pronti a soffrire.

Io ripeto spesso una frase, soffrire, ma non subire. Ora aspettiamo di vedere chi sarà la nostra avversaria nei quarti e cercheremo di prepararla nel migliore dei modi», il commento di Velasco al tris delle azzurre.

Un modo per rendere semplice una rivoluzione.

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