Matteo Manassero

Golf, la rinascita di Manassero: “Crisi alle spalle, ho un nuovo equilibrio. Voglio godermi i Giochi” – La Stampa.

Parigi
“Vedo la mia terapeuta una volta alla settimana”. La crisi di Matteo Manassero, partita dal green e finita dalla psicologa, è alle spalle. L’azzurro, 31 anni di Negrar, Verona, l’ex enfant prodige del green – a 20 anni, nel 2013 vinse il BMW PGA Championship diventando il più giovane vincitore nella storia del torneo – sogna in grande.

Non un obiettivo facile perché l’azzurro si è perso all’età di 24 anni. Fuori dai migliori, sceso in classifica e in crisi di identità. Ma nei lunghi mesi trascorsi lontano dai riflettori ha saputo trovare la forza per ricostruirsi.

E dall’1 al 4 agosto affronta i Giochi con un nuovo equilibrio. Difenderà i colori dell’Italia sul percorso di Le Golf National, a Versailles, che nel 2018 ha ospitato la Ryder Cup vinta dall’Europa. Da giovedì 1 agosto il golf delle stelle abiterà qui.

Trentadue paesi, sessanta giocatori che sognano la medaglia. “Quel periodo della mia carriera è servito per imparare e maturare golfisticamente. E’ stato utile, mi sono ritrovato.

E il rapporto con mia moglie Francesca è stato fondamentale. Quando non stavo giocando al meglio, aver avuto fuori dal campo un appoggio estremamente solido mi ha aiutato tantissimo”. “L’anno scorso stavo già giocando molto meglio, mancava solo il successo e il salto nel circuito più alto.

Le vittorie cambiano la testa e la fiducia. Mi sono concentrato sul processo del mio lavoro, ero molto più solido”. Poi, nella quotidianità, vedo la mia terapeuta una volta alla settimana”.

“Anche se alloggiamo al golf, sono stato al Villaggio. Amo i Giochi. A Rio, quando il golf è tornato in calendario, me ne sono innamorato.

Il periodo nero ormai è alle spalle, voglio godermi il momento e vivere in pieno l’atmosfera”. “Degno di un’Olimpiade. Essere qui, dopo Rio 2016, per me è un motivo di orgoglio.

Qualificarsi non è facile. Darò il massimo, le emozioni, per essere competitivo, vanno gestite”. “Qui ci sono i migliori, da Scottie Scheffler, numero 1 del ranking mondiale, a Xander Schauffele, n.2 e medaglia d’oro a Tokyo.

Poi Jon Rahm per la Spagna e Rory McIlroy che, con Shane Lowry, trascinano l’Iralanda”. “Chiusa questa esperienza punto al circuito americano. Prima i risultati poi vediamo”.

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