Il giorno è arrivato, il futuro è adesso. Dopo sei anni di rincorsa, Jannik Sinner realizza il suo sogno e quello di tutto il tennis italiano.

L’altoatesino non si è mai lasciato distrarre dall’ipotesi di diventare re. Ha vinto il primo set contro Dimitrov 6-2, ma ha dovuto resistere al ritorno del bulgaro, piegato 6-4 nella seconda frazione e 7-6 (3) nel terzo parziale, a conclusione di una giornata perfetta.

In poco meno di due ore e mezza ha conquistato così per la terza volta in carriera il penultimo atto di uno Slam. Nessun azzurro era mai arrivato all’apice della classifica Atp da quando è stato istituito il ranking nell’agosto del 1973.

Questo traguardo suggella la “belle epoque” del movimento italiano nell’anno dei Giochi di Parigi, a cento anni dalla prima e unica medaglia olimpica vinta dall’Italia proprio in terra francese. Coincidenze non banali.

Per portare Sinner sul picco della gloria (lo sarà ufficialmente da lunedì prossimo) è stato determinante il forfait del campione serbo Nole Djokovic, che dopo la seconda maratona in tre giorni sui campi del Roland Garros, ha dovuto sventolare bandiera bianca in segno di resa. L’esito della risonanza magnetica, effettuata proprio mentre Sinner era in campo contro Dimitrov, ha evidenziato problemi al menisco.

Ciò che lo preoccupa ancora di più in questa fase della stagione è che potrebbe doversi sottoporre a un intervento chirurgico. Nole lascerà Parigi per ulteriori esami e valutare se l’operazione è necessaria o meno.

La vetta del ranking per Jannik sembra essere solo un meraviglioso surplus. Per l’altoatesino è un’impresa storica che lo catapulta tra gli eroi dello sport italiano, e che arriva in una data speciale.

Era il 4 giugno di 30 anni fa, 1994, quando Marco Pantani vinse la 14ma tappa del Giro d’Italia (Lienz-Merano), sua prima vittoria da professionista. Un campione che diventò un mito.

Sinner è sulla buona strada.