Mendilibar, l’anti-italiane in finale: “Tra il Siviglia di un anno fa e questo Olympiacos ci sono tante similitudini” – La Stampa
Mendilibar, l’anti-italiane in finale: “Tra il Siviglia di un anno fa e questo Olympiacos ci sono tante similitudini”
Il tecnico basco dell’Olympiacos, che l’anno scorso scorso batté la Roma in finale di Europa League, sogna la doppietta:
«Sono tranquillo, ho deciso i titolari e i piani di gioco»
MATTEO DE SANTIS
Aggiornato alle 1 minuti di lettura
L’ascolto è riservato agli abbonati
L’allenatore dell’Olympiacos Jose Luis Mendilibar (reuters)
ATENE. Non ama gli abiti di alta sartoria, preferisce indossare la tuta. L’abito da lavoro, in questo caso, fa il monaco del «genio normale» José Luis Mendilibar, alla seconda finale europea in due anni da subentrato in corsa. La prima, in Europa League, è un incubo che agita ancora le notti insonni della Roma, tramortita ai rigori dal Siviglia, e di José Mourinho, furente e furioso con l’arbitro Taylor.
La seconda, dodici mesi più tardi, è il sogno dell’Olympiacos, chiamato all’appuntamento con la storia – nella casa degli arcirivali dell’Aek Atene – di poter essere la prima squadra greca a incamerare in bacheca un torneo internazionale. «Ci sono tante similitudini con il Siviglia dell’anno scorso – ammicca il tecnico basco, il terzo reggente stagionale sulla panchina del club del Pireo – anche se le competizioni e le squadre sono diverse. Magari saranno uguali l’inizio e la fine del cammino.Anchelotti prima delle finali di Champions mangia sempre pasta, broccoli o salmone? Non so cosa mangerò io, non mi ricordo neanche cosa ho mangiato prima della finale dell’anno scorso a Budapest».
Olympiacos che vince, almeno concettualmente, non si cambia. «La svolta è arrivata con la rimonta contro il Maccabi: lì abbiamo capito di che cosa eravamo in grado. Modificare qualcosa sarebbe un errore, dobbiamo essere noi stessi. Non dobbiamo essere isterici come i tifosi, cercheremo di staccarci dal contesto che ci circonda per cercare di trovare equilibrio e tranquillità.
Non ho guardato bene gli occhi dei miei giocatori, non ho fatto caso se anche nei loro occhi è scoccata la scintilla che avevo visto nel Siviglia prima di affrontare la Roma. In allenamento però ho visto grande voglia di giocare questa finale. La Fiorentina è forte e difende altissima, ci aspettiamo una gara aperta. I giallorossi, un anno fa, giocavano un calcio molto più difensivo.
Noi siamo arrivati alla fine della maratona e vogliamo fare l’ultimo chilometro. Ho deciso i titolari e i piani di gioco. I viola sono preoccupati da El Kaabi? L’Olympiacos ha anche altri dieci giocatori, si preoccuperanno anche degli altri.
Noi ci concentreremo su tutti gli undici della Fiorentina». Attenzione: l’anti-italiane in finale vuole colpire ancora.