La cattiva notizia per l’UAAR
gen 12, 2009 diritti civili, italianiiii, minima moralia, religione
A me, che pure sono socio UAAR, questa faccenda dei bus atei a Genova convince poco.
Lo slogan è ben diverso da quello inglese, che recita: “There’s probably no God. Now stop worrying and enjoy your life”. In italiano manca il “probabilmente”, che fa un mondo di differenza in termini teorici, pratici e metodologici.
Messa così sembra proselitismo, in uno stile indistinguibile da quello di certe réclame cattoliche o dei testimoni di geova. E sembra spocchioso e saccente; mentre io non ci tengo a convincere nessuno che dio non esiste, perché non è questo il punto.
Messa così è una contrapposizione sterile tra “dio non esiste” e “dio esiste”, dogmatismo puro da ambo le parti che non sposta di una virgola le convinzioni personali di nessuno. Come io non sono toccata minimamente dai proclami papali per cui dio c’è e ci ama e amiamolo o andremo all’inferno (ed è così perché è così e basta), analogamente non riesco a immaginarmi un credente che legge questa roba sul bus e risponde qualcosa di diverso da: “E invece secondo me esiste”.
Ed è una contrapposizione ridicola, perché il partito del “no” è in palese inferiorità numerica (per un totale di n. 2 autobus urbani) rispetto allo schieramento opposto. Di che ci illudiamo? E’ una strategia suicida.
Il senso non è contrapporre l’ateismo alla religione come due fazioni in lotta, ma contrapporre il dubbio e il sano esercizio della razionalità al fideismo dogmatico e irrazionale.
Dubbio: ovvero, quel “probabilmente”. In sede etica si può essere atei quanto si vuole, e io lo sono completamente; ma in sede teoretica vige il principio di falsificabilità, e dovremmo essere noi i primi ad applicare il metodo scientifico: l’ateismo non può ergersi a dogma. Anche Margherita Hack, presidente onorario dell’UAAR e mio mito personale, l’altra sera da Fazio (prima parte | seconda parte) ha parlato con garbo della “natura divina” del bosone di Higgs, e di certo non se l’è sentita di annunciare al mondo cosa c’era prima del Big Bang. Anzi, ha lasciato uno spiraglio aperto a un dio “orologiaio” tipo quello dei deisti, che crea il mondo ma non interviene in esso. Allora qual è il dio che non esiste? Neppure quello di Einstein che non gioca a dadi? Neppure quello di Spinoza? Siamo sicuri che il dio di tutti gli italiani sia esattamente lo stesso che ha in mente il papa?
Peraltro, se rimaniamo sul terreno dell’agnosticismo con il “probabilmente”, è facile che molte più persone si riconoscano nello slogan. Buttarla sull’ateismo assolutista e militante è pericoloso, perché ci fa passare per dogmatici come e più dei preti, e perché genera un rifiuto “di pancia” nel 99% degli italiani, che il senso religioso l’hanno bevuto col latte materno.
E poi, in generale: non è mai utile uno slogan che dice “gli altri sbagliano”, è sempre meglio uno slogan propositivo, che affermi una verità senza bisogno di negarne esplicitamente un’altra.
Avrei trovato utile, al limite, una bella frase di un autore classico, che stimolasse la riflessione. A me piace questa, per esempio:
Quando faccio il bene, mi sento bene. Quando faccio il male, mi sento male. Questa è la mia religione. (Abramo Lincoln)
Ma soprattutto, porco cane, nello slogan c’è una virgola tra soggetto e verbo.
gennaio 12th, 2009 at 3:24 pm
in questo caso accetterei la virgola tra soggetto e verbo (il pronome “quella” sposta l’attenzione, tanto che potresti scrivere “Quella buona? È che non he hai bisogno”).
Poi non vedo nulla di strano nell’UAAR che fa la dogmatica: siamo in Italia, in fin dei conti.
gennaio 12th, 2009 at 3:29 pm
Neanch’io ci vedo nulla di strano, purtroppo; solo una bella occasione per far qualcosa di poco italiano, sprecata.
Quanto alla virgola, forse è accettabile, ma secondo me sarebbe comunque preferibile toglierla.
gennaio 12th, 2009 at 3:38 pm
Ottimo post. Convisibile nei toni e nel contenuto. Anche sulla grammatica.
gennaio 12th, 2009 at 3:53 pm
Come riportava il Corriere alcune settimane addietro:
Anche io ho notato subito dell’assenza del probabilmente.
(la virgola, invece, la noto solo ora )
gennaio 12th, 2009 at 4:01 pm
E se persino Dawkins, che morbido non è di certo, ha sentito l’esigenza di un avverbio che ammorbidisse la perentorietà antiscientifica di un’affermazione del genere… Dire “dio non esiste” è un atto di fede, esattamente come dire il contrario. Credevo che quelli dell’Uaar lo sapessero.
@Smeerch grazie
gennaio 12th, 2009 at 7:48 pm
Considerazioni condivisibili: grazie per averle scritte e, soprattutto, grazie per la virgola.
Con la virgola hai alleggerito la questione
gennaio 12th, 2009 at 10:51 pm
[...] campagna UAAR di cui molti parlano oggi mi sento di sposare interamente il parere di [...]
gennaio 12th, 2009 at 11:04 pm
[...] tutte le altre considerazioni, rimando al bellissimo post di Ilaria Tags: autobus, Genova, [...]
gennaio 12th, 2009 at 11:35 pm
(…) in sede teoretica vige il principio di falsificabilità, e dovremmo essere noi i primi ad applicare il metodo scientifico: l’ateismo non può ergersi a dogma (…).
Non posso essere d’accordo e cito il seguente brocardo: Ei incumbit probatio qui dicit, non qui negat.
gennaio 12th, 2009 at 11:42 pm
Uhm, e quindi? Nel momento in cui fai un’affermazione dogmatica come: “l’universo si è generato spontaneamente senza l’intervento di alcuna forza creatrice”, l’onere della prova spetta di nuovo a te. “Dio non esiste” è un’asserzione non falsificabile, esattamente come il suo contrario.
O per caso devo arguire che non sei d’accordo con Popper?
gennaio 12th, 2009 at 11:57 pm
Non mi pare che Dawkins ammorbidisca la sua posizione, che (se non ho completamente frainteso ciò che ne ho letto) credo resti massimalista.
Comunque la critica allo slogan è giustissima; aggiungerei che è come acquistare uno spazio pubblicitario per scriverci “il dr. Octopus non esiste”
gennaio 13th, 2009 at 12:02 am
La posizione di Dawkins (che è uno scienziato) è più morbida rispetto allo slogan italiano, perché introduce quel “quasi sicuramente”, in cui è racchiuso tutto il metodo scientifico.
Nessuno scienziato sarebbe così stolto da dare per assodate cose che non può verificare (e falsificare).
gennaio 13th, 2009 at 12:05 am
L’ateismo è una fede, esattamente come la calvizie è un colore di capelli.
gennaio 13th, 2009 at 12:06 am
Spiritoso, ma non persuasivo.
gennaio 13th, 2009 at 12:11 am
Mmm sbaglierò, ma ho letto recentemente (oltre a il Gene egoista e l’Orologiaio cieco tempo fa) l’Illusione di Dio, e mi pare proprio che la sua posizione si attesti su un “dio non esiste senza se e senza ma”!!! Forse però in quel momento gli giravano le balle : )
gennaio 13th, 2009 at 12:17 am
Ricorderai allora che in quel libro Dawkins propone una scala da 1 a 7, dove 1 è “dio esiste sicuramente” e 7 è “sicuramente non esiste”. Lui si colloca sul 6.
gennaio 13th, 2009 at 12:25 am
E’ vero, ma mi aveva colpito di più come sbertucciava Pascal per l’ambigua vigliaccheria della posizione agnostica. Il che mi farebbe quindi pensare a un 6 -ehm- politico…
gennaio 13th, 2009 at 12:28 am
Pascal agnostico? Pascal era tutto tranne che agnostico! con la scommessa cercava semmai di far convertire gli agnostici al cristianesimo… ed è questo che D. sbertuccia.
gennaio 13th, 2009 at 12:31 am
riassumendo:
- l’agnosticismo è: non posso sapere se dio esiste, ma credo proprio di no, quindi nel dubbio mi comporto come se non esistesse.
- la scommessa di Pascal è: non posso sapere se dio esiste, ma fatti i calcoli mi conviene comportarmi come se esistesse, così mi paro il culo, hai visto mai che.
c’è una bella differenza direi!
gennaio 13th, 2009 at 12:34 am
Intendevo dire che usa la scommessa di Pascal per rafforzare la critica all’agnosticismo (visto come mancata onestà intellettuale di una presa di posizione…)
gennaio 13th, 2009 at 12:38 am
Qui dovrei rileggere il libro, che lessi in inglese appena uscito, saranno due anni; ma nel momento in cui D. si dichiara ateo per sei settimi, è agnostico pure lui alla fine. bisogna intendersi sui termini…
gennaio 13th, 2009 at 12:44 am
mmm bisognerebbe dividere quel 7 della classifica per 4 (i livelli di fede in entità divine: teismo, deismo, agnosticismo e ateismo). Cosa fa? 1,75…Bon, mi sa che hai ragione tu!! : )
gennaio 13th, 2009 at 2:25 am
Ma quando mai !!!
Io la trovo veramente d’impatto la frase ! Infatti l’ho messa subito su messenger
A sto punto potevano metterci un intero capitolo di Odifreddi su quell’autobus, così sarebbe stato più serio e sicuramente argomentato e giustificato… MA PER FAVORE !
Neanche mettere aforismi celebri a mio avviso sarebbe buono visto che comunque un idea va messa in atto e creata con le propria testa, anzi, io metterei frasi del genere in qualsiasi angolo della città e le metterei ancora più combattive e pungenti di questa
Questo è il mio piccolo parere…
gennaio 13th, 2009 at 9:47 am
Concordo perfettamente con la tua analisi.
L’italiano è toppato e fuorviante.
Ho scritto anche su Mante e da me:
il probabilmente snatura totalmente il messaggio originario peraltro ampiamente condiviso.
Che dire?
Ennesima occasione strumentalizzata forse, ma di sicuro sprecata.
A.
gennaio 13th, 2009 at 11:34 am
[...] Cattive traduzioni di campagna pubblicitarie. [...]
gennaio 13th, 2009 at 11:39 am
[...] per quello che mi riguarda, trovo molto sensato il parere che segue, segnalato da Mantellini: A me, che pure sono socio UAAR, questa faccenda dei bus atei a [...]
gennaio 13th, 2009 at 12:13 pm
Quoto.
In verità sono sorpreso che quei due bus siano riusciti ad arrivare sulle strade italiane. Credo questo sia già un grande successo.
Di nuovo, peccato davvero per la scelta della frase.
gennaio 13th, 2009 at 12:13 pm
[...] 13/01/09: La cattiva notizia per l’UAAR dove si esprime meglio quello che volevo dire poco [...]
gennaio 13th, 2009 at 12:49 pm
[...] poi al discorso autobus e laici per fare due segnalazioni: 1 - un post molto bello che, a mio parere, chiarisce bene la questione. 2 - una fotografia che, sempre a mio parere, fa sbellicare dal ridere. « Che fine ha [...]
gennaio 13th, 2009 at 1:40 pm
Devo dire che pure ho pensato le stesse cose: e cioè che quella virgola è un obbriobrio; e poi anche che qui in Italia, con la mania di semplificare, ogni “traduzione” viene sempre peggio dell’originale (vedi i titoli di tanti film).
gennaio 13th, 2009 at 1:45 pm
Comunque, il concetto di “traduzione” qui va inteso in senso lato: si vuole impiegare in Italia una strategia tratta di peso dal caso inglese, ma il rapporto tra religione e società civile (e tra religione e Stato) in Gran Bretagna è molto diverso che qui.
Quindi, per me, il problema non è tanto che la frase sia stata “tradotta male” (come mi pare abbia inteso anche Mantellini, e altri); quanto che secondo me lo slogan non andava tradotto affatto, ma l’iniziativa andava ripensata da capo per adattarla alla nostra cultura.
gennaio 13th, 2009 at 4:39 pm
Io lo trovo uno slogan simpatico ed ironico.
Inoltre è nella seconda frase il senso del messaggio, la sua “salienza” comunicativa.
La prima frase serve meramente alla costruzione e preparazione della seconda: non hai bisogno di dio (per goderti la vita).
Il “probabilmente” della versione inglese è tarato su di una cultura con solide basi scientifiche, come almeno un commento fa notare, riproporlo in Italia avrebbe indebolito il messaggio.
P.S.
Quella virgola è semplicemente orrenda, su questo hai ragione
gennaio 13th, 2009 at 4:41 pm
Sinceramente, a me delle virgole o della potenza dello slogan, della traduzione o di qualsiasi altro contenuto del messaggio importa poco. Plaudo invece all’iniziativa, e al coraggio dei laici atei di contrastare il conformismo e l’opportunismo culturale imperante.
gennaio 13th, 2009 at 4:45 pm
@Marco: non hai torto, infatti il mio commento subito sopra il tuo riflette appunto sulle differenze culturali tra Italia e UK.
@Goffredo: plaudo anch’io al principio, ci mancherebbe, o non sarei socia dell’Uaar; tentavo solo di capire in quali altri modi sia possibile metterlo in pratica.
gennaio 13th, 2009 at 5:00 pm
Condivido questo blog. Letto lo slogan mi sono venute in mente le scritte dei testimoni di Geova: Dio c’è.
Da questa campagna pubblicitaria traspare una forma di fanatismo molto peggiore di quella dei Cattolici che giocherà contro gli stessi promotori. Penso a tutti quelli che vivono in pace con gli altri e con sé stesso senza farsi troppe domande su Dio (Agnostici?).
gennaio 13th, 2009 at 6:46 pm
Non sono d’accordo sul dogmatismo riferito alla negazione di un essere la cui esistenza è indimostrabile.
Altrimenti sarebbe dogmatismo pure negare l’esistenza del babau, del sarchiapone, del minollo e così via.
I quali non esistono se non nella mente di chi li ha inventati o di chi avventatamente crede che esisteno.
Esattamente come dio esiste solo nella mente di chi lo ha inventato o di chi crede che esista.
gennaio 13th, 2009 at 6:50 pm
Il dogmatismo deriva dalla triste circostanza per cui è altrettanto indimostrabile la non-esistenza di un ente.
Né mi risulta che la scienza possa dimostrare la non esistenza del babau, purtroppo (o per fortuna, a seconda dei punti di vista). Come potrebbe? Tutto ciò esula dai limiti metodologici che la scienza si è posta dal Seicento a oggi.
gennaio 13th, 2009 at 7:30 pm
Qui corriamo il rischio di accartocciarci in un discorso accademico; proviamo ad essere più semplici: il minollo non è un ente, ma qualcosa che ha inventato Troisi in un suo monologo come un mezzo avente per scopo per scopo il divertimento di una platea.
Come io in questo momento posso inventare il quirzapocchiolo o lo squarparietto come mezzo per ottenere lo scopo di farti l’esempio di un non ente la cui non esistenza non ha bisogno di essere dimostrata perchè è autoevidente.
Il babau, il sarchiapone, il minollo, il quirzapocchiolo o lo squarparietto sono dei non enti inventati per uno scopo.
Dio pure: è stato inventato più volte, in più latitudini e con nomi diversi ogni volta per degli scopi, l’elenco dei quali sarebbe troppo lungo da esporre qui.
La differenza fra dio e il quirzapocchiolo sta nel fatto che del primo ne hanno parlato in tanti e del secondo solo io negli ultimio due minuti. Per il resto sono due non enti la cui non esistenza è autoevidente perchè sono stati inventati entrambi come mezzi per raggiungere uno scopo.
gennaio 13th, 2009 at 7:42 pm
Dipende che definizione dai di “ente” e di “esistenza”. Io intendo ente nel senso filosofico tradizionale, come ente di ragione, concetto; in questo senso, Dio e il quirzapocchiolo sono enti a tutti gli effetti. Poi però mi tocca l’onere di dimostrarne l’esistenza o la non esistenza. Compito impossibile, entro i limiti del metodo scientifico moderno.
Se poi tu decidi di dare una definizione di “ente” tutta tua, e che l’ente in quanto tale deve possedere ipso facto l’attributo dell’esistenza, padronissimo; basta che ci intendiamo sui termini. Allora non parliamo di ente ma parliamo di “concetto” o “ipotesi” di Dio. Resta il fatto che l’ipotesi non è smentibile attraverso esperimenti scientifici, quindi la scienza deve tacere su Dio.
(Che la non esistenza sia “autoevidente” è, permettimi, una solenne panzana; perché come dimostri che il concetto di Dio è stato inventato da qualcuno? Che prove hai?)
gennaio 13th, 2009 at 8:44 pm
A parte la virgola, quasi quasi preferisco lo slogan italiano a quello inglese. “Now stop worrying and enjoy your life” è di un’arroganza incredibile: è come dire a chiunque legga il bus che è un povero mentecatto, e l’unica ragione per cui non riesce a godersi la vita è una sua sciocca fantasia su Dio. E se il passante ha il cancro? La depressione? Una famiglia allo sfascio? Un lavoro noioso? L’affitto troppo caro? La calvizie? L’AIDS? Ce n’è di cose brutte nella vita, e quando hai una giornata storta non c’è niente di più irritante che sentirti dire da un felicione “enjoy your life, stupid”.
Temo che gli atei britannici avranno dalla loro pubblicità un danno d’immagine ben maggiore di quello che potrà avere l’UAAR da questa.
gennaio 13th, 2009 at 9:23 pm
A volte c’è tanta ignoranza riguardo la religione..secondo me un buon ateo prima di dire cosa vuol dire essere cristiani, deve documentarsi bene..
gennaio 13th, 2009 at 9:38 pm
Bello,
da un credente…… non papalino
gennaio 13th, 2009 at 9:51 pm
L’esperimento scentifico smentisce o dimostra solo le affermazioni che riguardano la realtà.
Ad esempio, che nella soda NON esistano elementi che la rendano un acido lo puoi dimostrare con un esperimento scientifico, per le dimostrazioni che non riguardano la materia si usa la logica.
E la logica mi dice che, avendo “sicuramente” inventato io il concetto di quirzapocchiolo, quest’ultimo non può esistere, o, al massimo esiste solo come pensiero nella mia mente.
Dio è stato inventato dagli uomini e non hai bisogno di prove per affermarlo, dal momento che è un concetto che ti è stato trasmesso: quando sei nata nella tua mente non c’era, così come non c’era il quirzapocchiolo prima che io te ne parlassi.
Dio ci sarebbe stato solo nel momento in cui TU lo avresti inventato, così come c’è stato nel momento in cui te ne hanno parlato.
Prima non c’era.
gennaio 13th, 2009 at 9:57 pm
Quando sono nata, nella mia mente non c’era alcun concetto: né dio, né tutti i bestiari medievali, né il bosone di Higgs, né la teiera di Russell. E questo cosa c’entra con alcunché? Spiacente, rinuncio a seguirti.
@Anonimo, non hai tutti i torti.
gennaio 13th, 2009 at 9:59 pm
sposo (con rito civile) le argomentazioni dell’autore. anch’io avrei preferito uno slogan positivo e non uno cupo.
al limite era preferibile un “preferisco pensare, non credere”
gennaio 13th, 2009 at 10:03 pm
Schopenhauer docet, o si crede o si pensa
gennaio 13th, 2009 at 10:16 pm
Ok, non importa. Personalmente detesto Vattimo, però col suo pensiero debole qualcosa l’ha insegnata. Come a mettere in discussione ogni pensiero forte rappresentato dai dogmatismi.
Può essere “logicamente” dimostrato che le cose che hai elencato esistevano prima che tu nascessi. Tutto il dimostrabile esiste prima dell’uomo; il teorema di Pitagora esisteva anche prima che lui nascesse, perchè è logicamente dimostrabile, Pitagora si è limiato a scoprirne l’esistenza.
L’indimostrabile, come il concetto di dio o quello del quirzapocchiolo no, perchè “scoprire l’esistenza” dell’indimostrabile non è possibile.
Mi scuso se sono tornato sull’argomento, ti ringrazio per l’ospitalità e ti auguro buona serata.
gennaio 13th, 2009 at 10:17 pm
[...] prima ancora di cominciare. Indizi come tantissimi commenti sul tranquillo blog di Mantellini, un flusso abbondante su quello di Ilaria Katerinov e sul FriendFeed di David [...]
gennaio 13th, 2009 at 11:29 pm
[...] mentre io non ci tengo a convincere nessuno che dio non esiste, perché non è questo il punto. Ilaria Technorati tags: religione, ateismo, credo, dio, [...]
gennaio 14th, 2009 at 9:40 am
[...] tutti, dai più importanti a quelli praticamente sconosciuti (tant’è che ne linko solo uno, che forse è stato il primo, perché sono troppi, davvero). Il punto è che un ateo che fa [...]
gennaio 14th, 2009 at 10:41 am
Concordo, gli estremismi non hanno mai fatto bene a nessuno…
Molto labile diviene, così facendo, la sottile linea che sposta al ragione al torto..
gennaio 14th, 2009 at 11:41 am
Non è con queste tecniche che si ottengono risultati.
Fare la guerra a qualcuno, in modo stupido tra l’altro, non conduce a nulla di positivo: ci saranno sempre no e si a scontrarsi senza vincitori né vinti.
Se una verità esiste, la si deve diffondere in ben altro modo.
Brutto autogol per l’UAAR
È comunque indicativo che lo slogan non piaccia nemmeno a chi sostiene l’UAAR
gennaio 14th, 2009 at 11:45 am
Un avverbio o una virgola non fa alcuna differenza. Chi ha già un’idea precisa non cambierà idea. Chi ha dubbi non li risolverà. Chi non si interessa continuerà a non interessarsi. L’importante è mostrare che gli atei esistono e trovo l’idea fantastica.
gennaio 14th, 2009 at 2:54 pm
@38tohspans:
Ciao, Dr…
Sei tornato sotto mentite spoglie?
Sapevo non avresti esitato a farti vivo… Ora ti chiami così? Saresti la mia immagine speculare?
Scusatemi per l’OT ma era più ce doveroso
gennaio 14th, 2009 at 3:01 pm
doveroso, eh? le guerre di identità andatele a fare da un’altra parte, ché qui siam già troppo presi dalle guerre di religione. (fra l’altro, chiunque voi siate, state dicendo le stesse cose, per cui.)
gennaio 14th, 2009 at 3:02 pm
ok scusami Ilaria, io sono un tuo lettore affezionato cmq
gennaio 14th, 2009 at 5:04 pm
Mi unisco anch’io ai critici della frase scelta dall’UAAR, come ho scritto anche in un commento sul sito dell’associazione.
E’ uno slogan discutibile sia sul piano della logica (l’inesistenza di Dio è indimostrabile) sia sul piano dell’opportunità di esprimere altrettanto categoricamente anche altri concetti: è davvero una cattiva notizia sapere che Dio non esiste? Si se spero comunque in una vita ultraterrena, no se prevedo che passerei l’eternità tra le fiamme infernali, magari in quanto ateo … E ancora: perchè “non ne hai bisogno”? Non per spiegare il mondo, certamente, ma per alcune persone serve a combattere la paura della morte. Che poi per combattere tale paura ci si metta in mano a religioni repressive e medievali, che rifiutano il concetto di “ricerca della felicità” su questa terra e che ciò bilanci negativamente i “vantaggi” della consolatoria fede, ebbene questo è proprio il punto chiave che la frase inglese, perfetta e con una buona dose di ironia, mette in chiaro.
Ovvero, lo slogan inglese dice che per l’improbabilissima possibilità che:
1) Dio esista
2) sia proprio il Dio a cui tu credi
3) effettivamente dopo la tua morte tu ti sia meritato un “premio” nell’aldilà
… accetti di vivere nell’aldiquà una vita di merda, repressa, ignorante e votata alla sofferenza “redentrice”.
Questo è molto più efficace di una frase, quella italiana, che sembra invece fatta per dare la stura ad un dibattito bambinesco “Dio non esiste!” “Lo dici tu, invece esiste!”.
Solo un’aggiunta: Ilaria, di cui condivido sostanzialmente le posizioni, dice che agnosticismo è “non posso sapere se dio esiste, ma credo proprio di no, quindi nel dubbio mi comporto come se non esistesse”.
In realtà, io chiamo questa posizione (che sostanzialmente è la mia) ateismo. Ateismo “debole” ma ateismo. Io anzi lo chiamerei “ateismo scientifico”, perchè come disse (forse) Laplace “non ha bisogno dell’ipotesi di Dio”. E non avendo bisogno di quell’ipotesi, si comporta supponendo l’inesistenza di Dio, pur sapendo di non poterla dimostrare (così come peraltro il suo contrario).
Ma mentre l’agnostico sospende il giudizio o non si pronuncia, l’ateo “scientifico” si pronuncia e come: non sull’esistenza di Dio, sapendola indimostrabile, ma sul valore di credere o non credere ad una cosa indimostrabile. E, come la scienza fa, dice che non bisogna basarsi su (ovvero “credere” ovvero “proporre”) una cosa indimostrabile.
Ma, ovviamente, queste sottigliezze non le si possono e non le si debbono dibattere su una fiancata di autobus!
gennaio 14th, 2009 at 5:07 pm
concordo, un po’ di dialettica, quando non si vuole sforare nel torto, non guasta… soprattutto per questioni “annose” come questa…
gennaio 14th, 2009 at 5:54 pm
1.la foto del bus non è reale, la pubblicità non è ancora realizzata, si tratta solamente di un’idea di massima, per cui se verrà realizzato così vedrai che la virgola la tirano via!
2.preferisco lo slogan italiano a quello inglese e spagnolo, perchè dà il fianco all’idea “ateismo=libertinaggio”. meglio il nostro.
3. fammi il favore di non citare Lincoln: se da una parte ha liberato gli schiavi (per questioni prettamente di convenienza economica, non sicuro per ragioni umanitarie), dall’altra ha rilanciato la campagna per l’espansione degli Usa verso ovest, giustificando e spingendo il massacro dei nativi americani. Dunque, sicuramente, non quel santo laico che si dice!
gennaio 14th, 2009 at 6:19 pm
Effettivamente, se cercare di “godersi la vita” è “libertinaggio”, allora io sono un libertino e me ne vanto!
Però, francamente, mi chiedo se questa osservazione non celi un pò di “auto-repressione inconscia generata da secoli di cultura cattolica colpevolizzatrice”.
Magari mi sbaglio e comunque, ovviamente, senza offesa …
A me, in ogni caso, “prestare il fianco” a quella “cultura della sofferenza”, non solo non preoccupa ma anzi lo ritengo un punto di forza su cui puntare.
Sarebbe ora che qualcuno contestase chiaramente la cattolicissima “cultura del dolore e della privazione” che “redime dal peccato” (ma anche musulmani ed ebrei mi sa che non scherzano), quella che è felice di mettere al mondo degli infelici e vuole imporre a forza di restarvi a chi ha espresso liberamente la volontà di uscirvi se in condizione di sofferenza.
gennaio 14th, 2009 at 6:58 pm
Ma cosa c’entra la biografia di Lincoln? La singola frase è molto bella, e non avendo io né idoli né santi, mi astengo dal giudicare l’operato complessivo di una persona. Non sono uno storico, e qui non stiamo parlando di politica. L’importante è non citare gente tipo Voltaire, che era deista (ma molti atei questo non lo sanno o lo dimenticano).
Quanto al libertinaggio, mah; certo, che lo slogan inglese presti il fianco a fraintendimenti ne avevamo parlato nei commenti più sopra ed è in parte vero secondo me. Io non mi sento affatto libertina (ovviamente nel senso filosofico originale del termine, non in quello “volgarizzato”), ma devo dire che ho avuto la fortuna di crescere quasi senza condizionamenti religiosi, proveniendo da famiglia laicissima e non essendo battezzata. Per altri, magari, le esperienze sono diverse.
Sono d’accordo con OpusMei circa l’ateismo “debole”; bisognerebbe intendersi meglio sui termini. Al di là del discorso sulla dimostrabilità o meno, anch’io mi definisco atea tout-court.
gennaio 14th, 2009 at 10:25 pm
La mia maestra diceva sempre: “Chi mette la virgola fra il soggetto ed il predicato è un asino patentato”.
gennaio 14th, 2009 at 11:37 pm
ma che state a di’?
chiara
gennaio 14th, 2009 at 11:41 pm
io credo che l’unica dimostrazione plausibile dell’esistenza di dio potrebbe consistere nel miracolo delle scritte “dio c’è” sui cartelli stradali e autostradali, siti nelle più improbabili e pericolosissimissime posizioni. se non sei morto là, per scrivere quella minchiata, non può essere solo culo. qualcosa deve esistere.
per il resto avrei preferito scrivere io quella scritta sul bus, con una bomboletta fuxia. molto più genuino.
dio probabilmente non esiste.
gennaio 14th, 2009 at 11:46 pm
Io, dopo di ciò, sono tentata di chiudere i commenti. Non vorrei che arrivasse qualcuno a rovinare il momento magico.
Chiarè, qui ti si ama, se non lo sapevi sapevilo.
gennaio 15th, 2009 at 12:43 pm
Ma che cavolate! A quando una campagna sull’inesistenza degli unicorni? Se una cosa e falsa e non ci interessa perchè fare tanto baccano? Questi atei militanti mi sembrano peggio dei preti.
gennaio 15th, 2009 at 8:21 pm
“L’importante è non citare gente tipo Voltaire, che era deista (ma molti atei questo non lo sanno o lo dimenticano).”
Era anche schiavista e, se per questo, finanziava lo sterminio dei nativi americani di tasca sua (in Paraguay).
Lincoln non era un santo (e del resto nessun politico di alto livello potrebbe esserlo) ma era moralmente convinto dell’ingiustizia della schiavitù.
gennaio 15th, 2009 at 8:25 pm
Era pure antisemita, se proprio vogliamo continuare la character assassination di Voltaire…
gennaio 15th, 2009 at 8:34 pm
Ilaria: Questa non la sapevo.
Comunque sono d’accordo col tuo post, anche se non sono ateo.
gennaio 16th, 2009 at 1:02 am
Non diciamo cazzate (R. Vallanzasca). Che dio non esiste è un dato di fatto, fino a prova contraria. Scriviamo sui bus che “dio esiste” e nessuno si agita. Ma fatemi il favore.
gennaio 18th, 2009 at 7:17 pm
Mi collego clandestinamente dal Mac della sorella per dirti: ti amo.
gennaio 18th, 2009 at 7:23 pm
Il sentimento è reciproco.
gennaio 30th, 2009 at 10:09 am
[...] tirate le somme di tutta la faccenda, sappiate che alla fine ho rinnovato l’iscrizione all’Uaar anche per il 2009, e mi fa [...]
febbraio 4th, 2009 at 8:50 am
[...] le pubblicità sull’ateismo non abbiano suscitato il dibattito che hanno suscitato invece da noi. E non è neppure vero che tale dibattito abbia avuto toni più pacati, se il cattedratico di [...]