Presentazione: Harry Potter, come creare un business da favola
ott 24, 2008 editoria, milano, pop
Martedì scorso sono stata alla presentazione di questo libro, alla Feltrinelli Duomo qua a Milano.
Susan Gunelius, Harry Potter. Come creare un business da favola, Egea
(qui il book trailer)
Hanno partecipato:
- Paola Dubini, autrice della postfazione. Docente di marketing alla Bocconi e autrice di questo bel libro su editoria ed economia (su cui ho studiato pure io, tempo addietro).
- Isabella Bossi Fedrigotti (immagino sappiate tutti chi è), autrice della prefazione.
- Stefano Salis, giornalista del Domenicale del Sole24Ore, esperto dell’industria editoriale.
Non ho ancora letto il libro, ma ho pensato di trascrivere qui gli appunti che ho preso durante la presentazione, nel caso possano tornare utili a qualcuno che sta meditando di comprare il tomo. Se riesco, poi farò anche una recensione.
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Tag: editoria, harry potter, libri
Così fan quasi tutte (ovvero: di spoiler e giornalisti)
ott 20, 2008 badtaste.it, pop
E brava la Lipperini, che ieri nel domenicale di Repubblica ha scritto un bell’articolo su Twilight, senza troppa condiscendenza nei confronti delle fan e soprattutto senz’ombra di spoiler. Veder menzionati DeviantArt e Fanfiction.net su Repubblica riesce ancora a scaldarmi il cuore.
La mia posizione la conoscete: non amo particolarmente Twilight, e non mi definisco “fan” di niente e di nessuno; ma mi occupo di cinema e letteratura fantasy ormai da qualche anno, e mi fa sempre piacere veder trattata la cultura pop e il mondo dei fandom con il rispetto che meritano.
Prosegue nel frattempo la campagna di BadTaste contro gli spoileratori pazzi sui mass media italiani. Dopo l’imbarazzante caso di Indiana Jones, dopo la trama degli ultimi due Harry Potter spiattellata ai quattro venti al TG1 della sera – alla vigilia dell’uscita del libro in inglese, mica della traduzione! – stavolta tocca a Wall•E, per mano del solito, ineffabile Vincenzo Mollica. L’uomo di cui tocca vergognarsi ogni volta che un attore è costretto a farsi ripetere la domanda perché confuso dall’inquietante pronuncia inglese del Nostro. Cioè quasi sempre. Spero che il Nostro sia un residuo di epoche passate, e che oggigiorno la Rai non affidi più interviste a chi non parla la lingua dell’intervistato.
Battaglia contro i mulini a vento, forse, quella di BadTaste: i giornalisti smetteranno di spoilerare quando a chiederlo saranno le case di produzione e gli editori dei libri. Le petizioni (che pure ci sono, e in gran numero) credo servano a poco.
Tag: badtaste.it, cinema, giornalisti, harry potter, lipperini, media, mollica, repubblica, spoiler, twilight
And by a sleep to say we end the heartache
ago 26, 2008 autoreferenzialità, pop
L’insonnia è, al pari del mal di schiena, uno dei disturbi tipici dell’età contemporanea e più frequenti nei Paesi occidentali. Ne consegue l’uso massiccio di farmaci che possono dare dipendenza, con forti costi sociali (calo del 20% della produttività sul lavoro; e ottomila morti l’anno solo per i “colpi di sonno” al volante).
Leggevo che secondo alcuni, la grande diffusione dell’insonnia nella nostra società dipende dall’abbandono dei ritmi di sonno tipici del mondo antico. Come accade oggi in molte società primitive, anche i nostri bisnonni dormivano un “primo sonno” e un “secondo sonno” di circa quattro ore ciascuno, inframmezzati da 1-3 ore di veglia in piena notte; e sembra proprio che questa scansione del sonno sia più naturale, più in armonia con il ritmo circadiano dell’uomo.
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Tag: antropologia, insonnia, ritmo circadiano, sonno, sonno polifasico, storia
Per la serie: dove scrivo quando non scrivo qua
ago 7, 2008 badtaste.it, pop
Da oggi, oltre a seguire le sezioni Harry Potter, Twilight e (quando capita) Queste Oscure Materie,* su BadTaste vi appesterò anche con articoli a iosa sul nuovo film di Guy Ritchie, Sherlock Holmes.
Faccio coming out e vi dico che sono una fan sfegatata di Sherlock Holmes. Ovviamente ho pure visitato Baker Street 221B. Approfitterò per rileggermi tutti i racconti e romanzi.
Speriamo sia un buon film, ché tanto a fare macello ci pensa già lo Sherlock di Ali G.
* (In realtà pare ci sia qualche vaga speranza di vedere al cinema i sequel della Bussola d’oro. Personalmente non ci credo finché non li vedo.)
Tag: badtaste.it, queste oscure materie, sherlock holmes, twilight
Un post da donne, di quelli che da queste parti capitano così di rado
lug 29, 2008 gender, italianiiii, minima moralia, pop
Prima ce la menano per anni con la storia delle modelle anoressiche, che i negozi sono pieni solo di taglie 38, che c’è la dittatura delle magre. Che le vere donne, quelle morbide creature che amano la buona tavola e sprizzano rotonda allegria da tutti i pori, e che costituirebbero la stragrande maggioranza della popolazione femminile, non trovano uno straccio da mettersi. Tapine.
Poi si constata che, negli ultimi giorni di saldi, da Zara sono rimaste solo taglie L e XL.
Orbene, chi li compra tutti quei tailleur taglia XS/36, sottraendomeli da sotto il naso? Bambine dodicenni?
Credo che la faccenda sia più complessa, e che in realtà i negozi discriminino nei confronti di tutte le taglie “fuori dalla media”, cioè non solo quelle sopra la 46, ma anche quelle sotto la 40. Taglie che non conviene tenere perché vendono di meno. A me per esempio la XS di Zara (che è una 36 francese, cioè una 40 italiana) sta molto larga, perché in teoria porterei almeno due taglie in meno (32FR = 36ITA). Morale: finisco per vestirmi quasi solo nei negozi per adolescenti, gli unici che vendano pantaloni taglia 32 (jeans 24-25) e che ammettano l’esistenza di donne prive di seni.
Ma non mi lamento. Il mio medico concorda con me: sempre meglio cinque chili sottopeso che cinque chili sopra. Per il cuore, per il colesterolo, per tutto quanto. Chi se ne frega dell’estetica, e dei vestiti, e del politicamente corretto. Non vorrei mai portare una taglia 42.
Bene. Ora mi siedo comoda e attendo che l’esercito delle vere donne (= quelle “mediterranee, polpose, con un po’ di carne intorno alle ossa, che a palparle non ti viene la tristezza”) giunga a rimbrottarmi. Del resto non ho mai preteso di essere una “vera donna”. Sai chi se ne sbatte. Andate a palpare qualcun’altra, ché io sto già a posto così.
Oh, a proposito, sto leggendo questo libro, è straordinario. Ci sarebbe tanto da dire, sulle “vere donne”, avendone il tempo.
Che cosa vuol dire appartenere al genere femminile o maschile? E’ davvero così facile distinguere un uomo da una donna? Judith Butler è convinta del contrario, e in questo libro affronta i luoghi comuni che si nascondono dietro la presunzione di poter assegnare un’identità in base al sesso biologico.