La quarta bozza
Archive for blogging
14 Febbraio 2008 alle 1:41 pm · Nelle categorie blogging, internet, milano
8 Febbrajo 1888 - s. Onorato
Papà si è fatto fotografare ed è riuscito somigliantissimo. Partenza di Pietro per Miradolo a comunicare a suoi Genitori la nostra promessa. Io fui obbligata a letto con febbre, prima di partire venne a salutarmi e dopo il permesso di Mamma ci facemmo un bacio. Arrivo di Peppino questa sera.
Molti di voi lo seguiranno già, il diario di Angioletta. A chi non lo conoscesse ancora, voglio segnalarlo io. In due parole: è un blog su cui vengono pubblicate giorno per giorno le annotazioni scritte da Angioletta nel suo diario, nel corso dell’anno 1888. Centoventi anni fa.
Il blog è curato da Marco Ardemagni, giornalista di Radio Due, che ha trovato il diario in un cassetto, insieme a qualche fotografia e documenti dell’epoca. Il profilo Blogger di Angioletta, scritto per lei da Ardemagni, così recita:
Mi chiamo Angela Brugnatelli, ma tutti mi chiamano Angioletta. Ho diciannove anni: sono nata a Milano il 7 maggio 1868. Abito a Milano, in via Torino, 4 dove mio padre Giuseppe ha una farmacia: è il primo palazzo sulla destra venendo da Piazza del Duomo. Nella farmacia lavora anche il signor Pietro. Mia madre si chiama Carolina Pertusi. Il mio fratellino Carlo è in collegio a Monza. Altre cose ve le dirò più avanti, nei prossimi giorni. Se volete, potete .
L’idea mi sembra molto carina: trovare le quotidiane due righe di Angioletta nel mio feedreader è un piacere. Anche perché Angioletta è lontana da me nel tempo, ma non nello spazio: abitava a due passi da casa mia, in via Torino a Milano.
In corrispondenza dei giorni in cui Angioletta non ha scritto nulla sul suo diario, Ardemagni interviene con brevi e godibili post che inquadrano la figura di Angioletta nella Milano di fine Ottocento: questioni di urbanistica (dov’è oggi Piazza Diaz, nel 1888 c’era un intrico di vicoli), mappe, ritratti di famiglia, biografie di parenti di Angioletta, lettere, poesie e alberi genealogici. Un’operazione di grande valore storico.
12 Febbraio 2008 alle 1:00 pm · Nelle categorie autoreferenzialità, blogging
Due novità tecniche:
- Ho installato il plugin Full Text Feed, che in futuro dovrebbe teoricamente permettervi di leggere i post completi via feed (anche da Feedburner, mi auguro. Nel dubbio, per non saper né leggere né scrivere, intanto l’ho pingato, ecco).
- Ho finalmente eliminato il rel=”nofollow” dai link nei commenti, come suggerito dal sempre ottimo Stefano Gorgoni. Volevo farlo da tanto, ma mi ero dimenticata. L’ho tolto una settimana fa, e mi sono dimenticata di dirvelo. Se poi dovessi essere invasa dallo spam, lo rimetterò; ma non credo. Nel frattempo, enjoy! Il plugin che ho usato è Nofollow-Free, di Michele Marcucci. Se doveste - non voglia il ciel - riscontrare qualche malfunzionamento, mi trovate su quartabozza chiocciola yahoo punto it.
Peraltro, noto che mi toglie il nofollow dal link al nome, ma non da altri link presenti nel commento. Che voi sappiate, posso toglierlo anche da lì senza mettermi troppo a rischio spam? E se sì, come? (risolto, bastava accorgersi del simpatico pannello opzioni del plugin, idiota che non sono altro.) (Tenete presente che devo modificare il php a manina, e che tra l’altro… ehm… non diciamolo troppo forte, ma… non è che ho proprio l’ultimissima versione di Wordpress, ecco. Shhh!) (Ecco, l’ho detto. Accomodatevi, amici defacer; mi casa es su casa. Mo’ aggiorno però, eh. Cioè, ci provo. Speriamo non esploda tutto.)
wordpress plugin nofollow
15 Gennaio 2008 alle 2:02 pm · Nelle categorie blogging, internet
Comincio a pensare che il motivo per cui scrivo sempre meno su questo blog sia che l’iscrizione a millemila social network ha comportato una dispersione della mia presenza online. Non credo che il problema sia solo mio, dal momento che lo riscontro su alcuni altri blog che leggo.
Per esempio: un tempo avrei postato qui una foto con una breve didascalia; ora preferisco metterla su Flickr - che ormai uso come appendice del blog -, pur sapendo che chi non è iscritto non potrà commentarla. Oppure: una citazione a cui mi va di aggiungere solo un breve commento finisce inevitabilmente su Tumblr. I micropost di una o due righe finiscono per diventare update di Twitter. Se ho letto un bel libro e voglio recensirlo, è più facile postare un commento su aNobii. Con tutto il tempo che passo su Last.fm, non ho più voglia di parlare di musica qui. Se trovo un sito interessante lo metto in del.icio.us; un post stimolante letto su un blog che seguo via feed finisce negli Elementi condivisi di Google Reader (il widget “consiglio vivamente” qui a destra), ma poi non sempre trovo la forza di scriverci sopra un post.
(Senza contare che, una volta che hai tumblerato/condiviso in Google un post, magari poi non ti prendi neanche più la briga di commentarlo. Ciò è pessimo.)
Di conseguenza, sono aumentati esponenzialmente i widget presenti su questo blog, tanto che non saprei più immaginare di usare un template con due sole colonne.
Ne deduco quindi che tutte quelle persone che si lamentano dell’infrequenza con cui aggiorno il blog non seguano anche il mio Flickr eccetera. Esiste un modo per aggregare in un unico feed tutta questa roba? Il mashup di Profilactic mi pare un po’ pesante, non mi convince anche se non saprei spiegare esattamente perché.
Insomma, da tutto ciò si evince che evito di scrivere sul blog per pigrizia e/o mancanza di tempo. Però mi pare un’evoluzione negativa, perché mi sembra di aggregare un sacco di roba sparsa ma di non approfondire niente. E’ come se tutto questo ben di dio offerto dai vari network sociali mi facesse passare la voglia di mettermi a tavolino e buttar giù una specie di saggio breve su un dato argomento. In questo senso parlo di “frammentazione”, nel senso di logica/poetica del frammento: mi sembra di non essere più capace di sviscerare un argomento, di dire qualcosa di nuovo e di organizzare il pensiero a sufficienza per esprimerlo in modo non dico esaustivo, ma almeno dotato di coerenza interna.
So che se n’è parlato molto, ma non ho seguito bene il dibattito. Quindi, da neofita ignorante, mi domando solo ora se i blog non siano destinati nei prossimi anni a sparire o a trasformarsi radicalmente: a diventare aggregatori di feed provenienti dai vari social network. Che dite? O sono io che devo sforzarmi di non cedere alla tentazione dell’indolenza e di strutturare meglio i pensieri?
Ah, comunque Facebook - a cui sono iscritta da ben prima che diventasse una moda in Italia - a me continua a sembrare il sito più inutile del mondo. Se qualcuno mi spiega cosa esattamente dovrei farmene (a parte inviare pokes e vampiri a gente che non conosco neppure di persona), gliene sarò grata.
social-network flickr anobii tumblr blogging del.icio.us google-reader twitter facebook
11 Novembre 2007 alle 4:46 pm · Nelle categorie blogging, minima moralia
Aggiornamento (12 novembre): L’autore del post che linko qui sotto è intervenuto nuovamente sull’argomento Tre/Skypephone, e chiede di far girare anche la parziale (parziale, badate bene) rettifica. La trovate qui. Il succo della questione, secondo me, resta: l’offerta Tre è fumosa e contraddittoria, e il servizio clienti potrebbe essere migliore. Dal momento tuttavia che - nella mia limitata esperienza - ciò sembra essere vero per qualsiasi operatore telefonico in questo Paese (e ve lo dice una che ha passato l’ultima settimana a studiarsi i piani tariffari di tutti quanti), sto ancora meditando di prendere il Nokia E90 con il comodato.
(Messaggio di pubblica utilità)
Era troppo bello per essere vero.
Segnalo anch’io, come tanti prima di me, l’ottimo post di Francesco Minciotti, che mostra con lucidità e precisione le tante magagne dell’offerta 3 relativa al nuovo SkypePhone. A ulteriore dimostrazione che ogni tanto i blog servono a qualcosa, perlomeno agli altri blogger.
La chiusa del post, in particolare, è magistrale: l’ho già tumblerata, ma credo meriti la massima visibilità (e Tumblr oggi fa le bizze) quindi la riporto anche qui:
[Il titolare del negozio 3] mi fa: «Vedi co’ cchi me tocca combatte tutto ‘r giorno? Se tu eri un giornalista, sai che figura de mmerda c’aveva fatto…»
Già. Se fossi stato un giornalista. Se lo fossi stato e 3 fosse stato il mio inserzionista pubblicitario, forse avrei avuto l’ordine di scuderia di tenere la bocca chiusa. Ma, sono un blogger, e nessuno mi chiuderà il forno.
[…] Diffondere, prego.
Diffondo con estremo piacere. Morale della storia: leggere sempre gli asterischi e le clausole in corpo 7 grigio chiaro.
Postilla personale: Comprare lo Skypephone non rientrava nei miei progetti; ma come forse saprà chi di voi mi segue su Twitter e nei commenti su altri blog, ho intenzione di comprare un Nokia E90, e l’offerta 3 mi sembrava molto conveniente. Ma a questo punto ci penserò bene prima di farmi allettare dai 400 euro di “sconto” con la formula del comodato/noleggio - che mi legherebbe alla Tre per la bellezza di trenta mesi -, ed esplorerò attentamente le offerte dei vari operatori (ho sentito dire che l’offerta dati di Wind è ottima, sarà vero?).
skype skypephone telefonia Tre cellulari
8 Novembre 2007 alle 7:23 pm · Nelle categorie blogging, italianiiii, minima moralia, pop
Comunque, per dire: io propongo l’abolizione dalla blogo-/twittersfera delle parole “maschietto” e “femminuccia” se riferite a maggiori di quattordici anni. Fatemelo come favore personale. Fateli pure, i meme rosa e i meme celesti, per quel che me ne frega (no che non li linko). Ma fateli con la consapevolezza di essere persone adulte, persone con un mutuo, una tessera elettorale, una patente B.
Già che ci siamo: basta con “la dolce metà”, “il mio boy”, “il mio lui” eccetera. Non fa ridere, non fa tenerezza. Dà solo i conati. Chiamatelo per nome, vi prego: restituitegli una dignità.
Questo paese non ha più una spina dorsale, cazzo.
P.S. Signori del telegiornale, io non vi conosco di persona, non siamo in confidenza, e soprattutto siamo tutti persone adulte. Quindi, nelle storie di cronaca, non parlatemi di “mamma” e “bimbo”, ma di “madre” e “bambino”. Grazie. (Vi risparmio la mia opinione circa i servizi del telegiornale che esordiscono parlando di “giovani vite spezzate”.)
P.P.S. No, in effetti risultare simpatica non è mai stato fra le mie priorità, nella vita.
meme età-mentale blog twitter
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