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Information overload for dummies

Sto facendo un rapido calcolo, e ho paura.

Ho imparato a leggere a due anni e mezzo; quest’anno ne compio trenta, e dal 1982 a oggi ho letto in media due libri alla settimana.

Fanno circa 2800 volumi. Che detti così sembrano pochi.

Anche vivessi fino a novant’anni nel pieno possesso delle facoltà intellettuali e visive (e a dire il vero quelle visive son già un po’ a puttane), potrei leggere più o meno altri 6000 libri.

La cartella “eBook” sul mio computer pesa circa 4GB. Contiene svariate migliaia di titoli.

Ergo, già solo quella cartella contiene roba che non riuscirò mai a leggere, campassi cent’anni.

Inoltre, ogni angolo del mio appartamento si presenta più o meno come l’angolo ritratto nella foto qui sotto (tutti i ripiani dello scaffale sono rigorosamente in doppia fila, eh); e a breve mi trasferirò in un appartamento più grande, dove sicuramente accumulerò altra carta.

L’assortimento della Feltrinelli più vicina a casa mia è di 110.000 titoli. E poi ci sono le biblioteche.

Opzione A: faccio un corso di lettura veloce;
Opzione B: riduco le ore di sonno, e limito ulteriormente la già scarsa vita sociale;
Opzione C: mi metto a piangere.

26 Commenti a “Information overload for dummies”

  1. Federico Fasce dice:

    Era esattamente quello che intendevo quella volta che ho detto che c’è troppa conoscenza in giro.
    Io sono anche veloce a leggere (credo), ma è tutto inutile, è una lotta impari. Almeno fino a quando qualcuno non inventerà un sistema di dowload diretto di file di conoscenza nel cervello (e anche così, non son mica sicuro che serva)


  2. Ilaria dice:

    Appunto, si ripropone il problema di selezionare le informazioni: diceva Umberto Eco che sarebbe comunque inutile leggere tutto, perché se c’è un’idea buona in giro, prima o poi qualcun altro la riprenderà e la svilupperà. Se uno si tiene informato, prima o poi gli passeranno sotto gli occhi le idee nuove che valgono veramente. Una specie di selezione naturale.

    Mi pare una visione troppo ottimistica, ma Eco lo diceva per consolarsi del fatto che l’equivalente del mio scaffale in quella foto (50 kg? 100?) a lui arriva ogni settimana in copie omaggio dagli editori di tutto il mondo. (Ed è un bene per i suoi studenti: a noi regalava un sacco di libri!)


  3. .mau. dice:

    opzione (d): fa’ come faccio io, e non pensarci.


  4. Michele dice:

    aahhahaha Pri sono davvero curioso di vedere come ridurrai il tuo nuovo appartamentooo!! In effetti come calcolo è deprimente.. Non saremo mai in grado di possedere la roccaforte dello scibile.. ahaha!!


  5. Onan dice:

    Sono finito qui per caso, e questo post tratta un argomento che mi sta molto a cuore. Io penso di amare i libri, in famiglia ne compriamo veramente tanti, aumentano di 150 unità all’anno. Eppure quando a fine anno vado a vedere quanti libri ho letto la cifra non supera mai i 24.

    Mi vengono quindi alcune riflessioni da fare, le butto lì:
    (i) Se uno dovesse comprare solo i libri che legge le case editrici fallirebbero.
    (ii) Per problemi di spazio e di soldi i libri si possono prendere in prestito.
    (iii) Lo shopping compulsivo è un fenomeno che va al di là dell’oggetto acquistato (uno può comprare libri come compra i vestiti, è una terapia contro lo sconforto e la malinconia)
    (iv) Il libro è qualcosa che esiste solo nell’arco della lettura o esiste anche dopo? Conoscevo una persona che dopo aver letto un libro lo buttava (che me ne faccio? l’ho già letto!). Ma allora i collezionisti di libri o le persone che come me amano più l’oggetto-libro che la lettura in sé?
    (v) Molti libri o li compri subito o non li compri più, perché in poco tempo vanno esauriti, il ritmo molte persone se lo fanno imporre dal mercato anche in questo campo.

    Onan


  6. Catriona dice:

    d) Piangiamo in due (in tre, dai, visto che anche Mr Potts non è da meno, quanto a cacciatore librico) E pensa che io i libri li “produco” pure…


  7. Ilaria dice:

    @Mau: troppo tardi, amico.
    .
    @Catriona: eh, non parliamo poi dei libri che arrivano per lavoro: io non riesco a buttar via neanche le bozze.
    .

    @Michele: scaffalature Ikea dal pavimento al soffitto, anche in bagno e in cucina. E’ la mia casa ideale.
    .

    @Onan: Mmm, vediamo.
    .

    (i) Leggo un centinaio di libri all’anno, più ovviamente quelli che leggo/revisiono/traduco per lavoro, quindi almeno 150-200 l’anno. Quindi personalmente non sono toccata da questo problema, ma so purtroppo che molta gente compra libri che “vanno di moda” e poi non li legge. Questo ci riconduce al punto (iii), cioè shopping compulsivo anche nel senso di “libro come status symbol”: è il fenomeno dell’anno, lo stanno leggendo tutti, quindi intanto lo compro, poi magari lo leggerò quest’estate in spiaggia. Io dico: sempre meglio avere un libro in casa che non averlo. Se anche non lo leggi tu, un giorno verrà a tuo figlio la curiosità di leggerlo.

    (ii) Personalmente ricevo molti libri in omaggio (ultimamente meno che in passato, devo dire) e ne prendo altrettanti in biblioteca. Uso molto le librerie dell’usato, le bancarelle e i remainders. Ciò nonostante, i libri sono la mia principale voce di spesa, più di alimentari e abbigliamento. E’ una questione di priorità: io per esempio spendo moltissimo in libri, ma ho scelto di non avere un’automobile: quindi risparmio su altre cose. I soldi per i libri mi sembrano ben spesi.

    (iv) Per motivi di spazio, ho portato un po’ di libri al Libraccio e altri ne ho regalati. Di solito rivendo al Libraccio i libri che non mi sono piaciuti e che non mi va di consigliare/regalare ad altri. Nella nuova casa, più grande, potrò permettermi di conservarli tutti. Però questa storia di amare più l’oggetto libro che la lettura mi spaventa un po’, devo ammettere: per me i libri si rispettano leggendoli, strapazzandoli e riempiendoli di appunti. Io non sono di quelle persone che amano l’odore della carta, o che odiano veder spiegazzare il dorso durante la lettura, o cose del genere. Il libro è un veicolo di conoscenza, non un fine in sé.

    (v) Le biblioteche esistono per questo, no? E Amazon, e gli ebook.


  8. .mau. dice:

    Io lo shopping compulsivo lo faccio per libri chen non sono affatto di moda, se è per questo.
    E anch’io ringrazio sentitamente le biblioteche (in quella di zona, io e mia moglie siamo fin troppo noti)


  9. Roberto Dadda dice:

    Il tuo post mi ha fatto ricordare il giorno nel quale ottenuta la tessera per i professori ho avuto la possibilità di girare per gli scaffali della biblioteca del congresso di Washington, lettore accanito, ora come allora, sono uscito un poco sgomento dall’idea di quanto piccola fosse le percentuale di quanto leggerò rispetto al leggibile.

    La sensazione si è ripresentata quando qualche giorno fa sono andato ad abitare in Buenos Aires sopra una grande libreria e con altre due grandi librerie e a meno di cinquanta metri da casa.

    La sensazione è peggiorata poi dalla rete che contiene tanta fuffa, ma anche tante cose interessanti che mi piacerebbe leggere.

    Io il corso di lettura veloce lo ho fatto moltissimi anni fa a Stanford e lo consiglio a tutti, ma in ogni caso non è che incida poi in modo veramente significativo: il leggibile è infinito, anche se abbassi del 30% il tempo di lettura dell’infinito, infinito resta!

    Tra l’altro va benissimo per leggere manuali di calcolatori o la storia della francia (a proposito il duby è bellissimo), ma se leggi proust o antoine de saint exupery leggere velocemente ti fa perdere metà del piacere per uno sgradevolissimo effetto “sveltina”.

    La parola d’ordine è selezionare ed accettare i limiti che inevitabilmente sono insiti nella vita. Quando baci la prima ragazza da adolescente giri per la strada, le guardi e ti rammarichi di non poterle baciare tutte, allo stesso modo quando viaggio oggi, e io viaggio molto, ogni volta che per esempio in India o in Giappone trovo una angolo suggestivo che mi parla al cuore finisco per pensare che di angoli così ce ne sono centinaia di milioni e tu in una vita ne vedrai qualche migliaio (una vita media ha in tutto meno di trentanila giorni).

    Il pensiero che mi viene da queste considerazioni è l’importanza di concentrarsi sulle cose che vale davvero la pena fare, ma poi nasce il problema su cosa davvero sia in questa lista perché il dilemma non si risolve con un ragionamento: “l’essenziale è invisibile agli occhi”.

    bob ancora sgomento a quasi sessant’anni!


  10. Ilaria dice:

    Eggià, Bob, “selezionare” è sempre la parola chiave, e selezionare è difficile. Io credo che alla Library of Congress sarei svenuta. Mi viene in mente la biblioteca di Babele di Borges…

    Il corso di lettura veloce mi tornerebbe utile per lavoro, ma certo non ti permette di goderti un romanzo… D’altronde, io leggo soprattutto saggistica. Ci farò un pensiero!


  11. Federico Bolsoman dice:

    L’homo sapiens procede per scala lineare, per affrontare questi numeri occorrerebbe la scala logaritmica.


  12. Emanuele dice:

    Io voto per la C alternando lacrime e pagine. A volte quando entro in Feltrinelli ci penso ma cerco di mettermi fra le mani un libro al più presto giusto per scacciare il pensiero.


  13. ChiaretaFranklinPD dice:

    io credo che avresti potuto iniziare evitandoti la lettura di quei famosi 7 libroni del cacchio che parlavano di quel ragazzino con gli occhialoni così O_O


  14. Ilaria dice:

    Anche tu c’hai ragione; e dire che li ho pure riletti più volte.


  15. Gionata dice:

    I libri insegnano molto, ma non puoi vivere solo per leggere. Opzione C. Ovviamente selezionando bene i titoli da leggere.


  16. Ilaria dice:

    Be’, io in pratica vivo solo per leggere, dal momento che non faccio altro tutto il giorno, per lavoro e per hobby. Eppure riesco a leggere un decimo di quanto vorrei; di qui le lacrime.


  17. close to me dice:

    Disgraziatamente non tutti sono come Salinger: un libro e via.
    E ringraziamo la Rowling per non aver fatto resuscitare Sirius in un ottavo libro!


  18. Ilaria dice:

    Che poi a me Sirius è sempre stato alquanto sulle palle.


  19. close to me dice:

    Si. E la povera Bellatrix, dopo averlo tolto di mezzo, ha subito la fine per mano di Molly Weasley: ecco come vieni ripagato a far del bene!


  20. donMo dice:

    fai pure un corso di lettura veloce, basta che non ti riduci come Woody Allen:

    - “Sai, ho fatto un corso di lettura veloce poi ho letto ‘Guerra e pace’. Parlava della Russia”.


  21. Ilaria dice:

    Ovvero più o meno quel che ricordo io dei Fratelli Karamazov, letti quindici anni fa. Il che ci conduce sullo spinoso terreno delle RILETTURE, capitolo doloroso che preferirei non aprire perché ho già finito le lacrime.


  22. kit dice:

    beh… evidentemente hai letto anche per me e un po’ di altri italiani che con i libri non hanno molto feeling!


  23. Marika dice:

    Ah…le riletture!
    Sono una vera e propria mania. Da quando sono piccola ho riletto, riletto e poi ancora, incessantemente, riletto, tutto ciò che ho letto!
    Mi ricordo che mia mamma non faceva altro che dire “Ma mari…te la rileggi ancora quella filastrocca…ma non ti sei stufata?”.
    Ancora oggi questa mania non è passata…anzi. Tutti i libri che possiedo, li ho letti minimo 10 volte. Non c’è libro che non rilegga.
    Ho BISOGNO di rivivere le emozioni della prima lettura. DEVO “rivedere” i personaggi, amarli, o odiarli, ancora ancora…e poi ancora ancora!
    Insomma, per me un libro è come un dolce, un cibo che mi piace, perchè lo devo assaporare una volta sola?
    La cioccolata mica si mangia una volta e poi basta!!
    Sono matta vero? Ditemi di si…e poi ditemelo un’altra volta!!!


  24. Siamese Dream dice:

    Cara Ilaria, credo che la vorace, febbrile “mania” di lettura di cui tu parli e nella quale anch’io mi riconosco, sia caratterizzata da una buona dose di maniacalità e di nevrosi. L’inconscia convinzione cioè che addomesticando a sè tutta la conoscenza del mondo (o perlomeno la maggior parte) si possa in qualche modo esercitare un controllo su di esso, arrivare insomma a dominarne i meccanismi di fondo.

    E’ in fondo la famigerata “sete di conoscenza” nella sua veste più strumentale, più machiavellica se mi passi il termine. Sarò cinico, ma dato che “sapere è potere”,sono convinto che il desiderio di conoscenza non sia altro che un doppio fondo dietro il quale si cela il più puro e primitivo desiderio di dominio.

    Che si tratti della solita umana ambizione ad avvicinarsi il più possibile a quell’entità onnisciente che alcuni di noi chiamano Dio e che altri indicano con altri nomi (anche il non chiamarla affatto equivale in fondo - per sottrazione - a darle un nome)? Ma forse stiamo divagando, perciò torniamo all’argomento pratico: essendo fisicamente impossibile leggere tutti i libri del mondo(e non sarebbe nemmeno auspicabile, finiremmo col sorbirci un sacco di cazzate) è fondamentale selezionare.

    Non dimentichiamo ciò che disse il buon Vilfredo Pareto: l’80% dei risultati l’otteniamo col 20% degli sforzi profusi. Parafrasando: l’80 % della nostra “buona” cultura si trova probabilmente nel 20% dei libri che leggiamo. Il resto è schiuma.

    Ma soprattutto, penso che la cosa più importante sia saper venire a patti coi nostri limiti, riderci sopra e imparare a goderci la vita nella sua cronica imperfezione, nelle sue sbavature e nella sua finitezza. L’onore - e l’onere - di sapere tutto spetta secondo me solo a Dio. Noi siamo uomini e possiamo tranquillamente permetterci di ignorare alcune cose. E consolarci ricordando che, come dice Raz Degan in Centochiodi: «Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico».

    Siamese Dream


  25. Irish Coffee dice:

    l’unico sistema che potevo addottare per non rimaner seppellista è quello di regalare tutti i libri che leggo
    magari non proprio tutti ma una buona parte
    ho trovato uno forse peggio di me
    non ho mai fatto un conteggio
    forse è meglio così


  26. antonio dice:

    fai un corso di lettura veloce magari da mezzanotte alle due di mattina, piangendo su una pila di libri usati…


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