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Parentesi uncinata, ul, chiusa parentesi uncinata

Sì, sono ancora viva. E torno nel modo che mi riesce meglio: con un post breve, senza fronzoli e bulleted.

  • Ho recensito su aNobii Harry, A History di Melissa Anelli. Col beneplacito dell’autrice, che peraltro è italoamericana, sto cercando di convincere qualche editore italiano a tradurlo. Se poi lo fanno tradurre a me tanto meglio, ma l’importante è che venga tradotto, perché, pur non esente da difetti, è il testo più completo ed esauriente scritto finora sull’argomento. E l’argomento non sono i libri di Harry Potter, ma il fandom. (Lo so che non c’è logica nelle mie scelte di postare recensioni qui o su aNobii. Dovrò decidermi.)
  • Una serie di errori classici commessi dai madrelingua inglese. E dunque, a maggior ragione, da chi scrive in inglese come seconda lingua.
  • A proposito, se lavorate con la lingua inglese – attivamente, cioè scrivendo in inglese, o passivamente, cioè traducendo – vi consiglio questo libro.
  • Pubblica utilità. Messaggio per colui/lei il/la quale è capitat* sul mio blog cercando con Google “come si fanno le lettere accentate con il Blackberry 8300″:
    1) esistono anche i manuali d’uso, nevvero.
    2) le accentate si fanno tenendo premuto il tasto della lettera e facendo scorrere in orizzontale la trackball.
    Oooh. Bòn, mi sento utile a qualcuno, almeno.
  • Oggi consegno una traduzione, e, benché ce ne sia un’altra in corso e due in arrivo, spero di trovare un po’ di tempo (alla buon’ora, diranno subito i miei piccoli lettori) per aggiornare il sito con altre esegesi traduttorie potteriane. Il tutto ovviamente se non mi esplode il suddetto sito (e questo blog) quando lo aggiornerò a WP 2.7.
  • Uno dei due libri in arrivo di cui sopra è decisamente 2.0. Diciamo che è il sequel di un saggio molto famoso uscito un paio di anni fa. Diciamo che l’ha scritto il direttore di una nota testata mensile d’oltreoceano. E ho detto tutto [cit.]. Promette bene; e se avrò qualche dubbio traduttivo, so già che posso chiedere il parere degli esperti su FriendFeed. Facciamo la traduzione collaborativa 2.0. Figo.

17 Commenti a “Parentesi uncinata, ul, chiusa parentesi uncinata”

  1. Vanamonde dice:

    Ma non si dice “parentesi graffa”? La parentesi uncinata mi pare una roba da nazisti…


  2. Ilaria dice:

    Tu scrivi html con le parentesi graffe?


  3. Andrea dice:

    figo! …ma cos’è una traduzione collaborativa 2.0? *_*

    p.s. che figo il nuovo template (sì lo so ce l’hai da mesi scommetto aaa)


  4. Federico Fasce dice:

    Oooh, che bello! Congratulazioni. Quel libro lì (quello del direttore, ecc ecc) lo aspetto da tempo


  5. Ilaria dice:

    Pare che vogliano farlo uscire in contemporanea nelle due lingue, ma vattelapesca se ci riescono.


  6. .mau. dice:

    per me angolare aperta

    Per il resto, io faccio che mettere le recensioni sia sul blog che su aNobii, così uno può scegliere, tenendo conto che aNobii è più per il lungo periodo e per il confronto, mentre il blog è sull’immediato.

    Grazie per la segnalazione del Peters! (però ho sempre notato come gli errori di noi non madrelingua siano in genere diversi da quelli dei madrelingua: ad esempio, è raro vedere un non inglese che confonde it’s con its)


  7. Ilaria dice:

    Io ne ho visti!
    Ci avevo pensato anch’io a mettere le recensioni da ambo le parti, ma ho paura di spammare… a volte scrivo la recensione qui e ne riporto due righe + link su aNobii, però poi ho i sensi di colpa perché mi pare ancor più spammoso come metodo.
    Sì, si chiamano anche parentesi angolari; io le chiamo uncinate perché in filologia le chiamano così.


  8. Adriano dice:

    Anche io ho letto Harry, a History di Melissa
    L’ho trovato molto, come dire, autocompiaciuto.
    Il capitolo sulle rock band non mi ha preso per niente, l’ho saltato quasi tutto.
    Il fatto è che io non andrei mai a un concerto di sganasciati che cantano canzoni su Harry Potter, anche un fan come me.
    Mi ha divertito molto invece il capitolo su Laura Mallory e la videocassetta che ‘could be anything: even Satan doing a chicken dance’ lì ho riso a voce alta.
    Ilaria, quand’è che Melissa ha intervistato Jo da sola per quasi otto ore? ci sono link? perchè devo essermelo perso.


  9. Ilaria dice:

    Non ci sono link perché l’intervista era per il libro, non per il sito. Risale al novembre 2007; ci sono degli stralci qui:

    http://www.harryahistory.com/vault27.html

    P.S. A me, che non mi definisco una fan, il capitolo sui Potters è piaciuto moltissimo; sarà che mi ero fatta spedire dagli USA il loro primo cd appena è uscito.


  10. Adriano dice:

    Non ti definisci una fan di Harry Potter, o di Harry and the Potters?


  11. Ilaria dice:

    Non mi definisco “fan” di niente e di nessuno, perché non mi piace la parola, e non mi piace sentirmi parte di un gruppo. Mi interessa però il fenomeno dei fandom, quindi mi piace leggerne.


  12. Davide dice:

    Io aspetto gli aggiornamenti sulle “altre esegesi traduttorie potteriane” ghgh…


  13. Marina dice:

    A me il libro della Anelli invece non ispira per nulla, proprio per mia manzanza di interesse per l’oggetto della trattazione.
    Trovo molto più intrigante l’idea di In Search of HP del ‘collega-rivale cattivone-che ha osato sfidare JKR’ Quello lo leggerò senz’altro, prima o poi.


  14. Ilaria dice:

    Invece a me Vander Ark non ispira minimamente; l’argomento del libro è alquanto tirato per i capelli, e mi sembra un bieco tentativo di speculare sul fenomeno. Mi pare molto più interessante un’intervista inedita alla Rowling


  15. Marina dice:

    Il dubbio che manifesti è interessante: appurato con mano che da noi è impossibile - anche volendo - speculare sul fenomeno HP con un libro a tema, la domanda è “in USA o in UK ciò è possibile?”. Forse sì ma credo che Vander Ark possa farlo quasi solo in virtù della pubblicità indiretta che ha avuto da Lexicon. Non so se altrimenti anche lui sarebbe stato in grado. Moltissimi sono infatti gli autori madrelingua che han scritto su Harry e pochi han venduto quantità apprezzabili.
    Per il resto, relativamente al contenuto, mi riservo di valutarlo a lettura fatta ma a me l’idea sembra molto carina, lo ribadisco. Poi magari viene tratta male e allora hai uan ciofeca di libro ma finché non leggi non sai.
    La Anelli può piazzare un’intervista inedita, ok, ma gli stralci scartati che ha postato sul sito non mi parevan poi sto granché e ad ogni modo, per quello che è il mio personalissimo metro, un’intervista sia pur inedita non vale un intero libro su un argomento che non mi interessa (=il fandom). Fermo restando chiaramente tutto il degustibus che gira atttorno alle tue e alle mie consideraizoni, su quello non ci piove


  16. Ilaria dice:

    Per “speculare” non intendo il numero di copie che si riesce a vendere; intendo operazioni del tipo “scrivo un libro che parla della stazione di Kings’ Cross in generale, e ci ficco dentro HP a forza”. Poi finché non l’ho letto non lo so, ma onestamente non capisco di cosa si possa parlare in 200 pagine, a parte un elenco di luoghi attraversati dall’Hogwarts Express. Boh, non mi attira.

    Davvero non ti interessa il fandom? Mi pare che sulla guida tu l’abbia sempre seguito, parlando di eventi, feste in libreria, essays eccetera; e cos’è l’opera omnia di Vander Ark, sul web e su carta, se non un’espressione del fandom? Magari non ci intendiamo sulla definizione, ma secondo la mia idea di fandom, tu ci sei dentro fino al collo


  17. Marina dice:

    Sì, sulla Guida lo seguo perché è giusto dare conto delle attività, siano esse raduni o fenomeni come le FF e le fan art o qualsiasi altra iniziativa particolare che parta cmq dai lettori.
    Ed è molto simpatico partecipare ai raduni, quando possibile, per chiacchierare con altri appassionati.
    Ma leggere un libro che ne traccia la storia e il profilo non mi interessa, a maggior ragione se poi è la storia e il profilo del fandom americano. Fosse quello italiano, va lì va là…
    Se poi nell’accezione di fandom ricomprendi tutte le attività nate da chi ha amato i libri di HP, allora tutto può essere senz’altro ricompreso, anche qualsiasi libro scritto sulla saga, sì. Ma mi pare un’accezione un po’ lata però


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