Kafka e le donnine
Ago 15, 2008 editoria, gender, minima moralia
(Ovvero: roba che, se ci fosse ancora Cuore, andrebbe rubricata sotto “Chi se ne frega?”)
Ma se anche fosse vero che Kafka conservava in casa materiale pornografico, quale sarebbe il problema? Perché tanta ansia di sottolineare che non si tratta di pornografia hard core, ma di “rappresentazioni giocose, alcune in forma di caricatura”?
Cosa spinge l’establishment culturale britannico a tanta pruderie? (sì, la diatriba è tutta interna alla scholarship kafkiana britannica). Sarà che anche in UK a ferragosto bisogna tirar fuori storie di sesso, ma che essendo il Guardian un giornale serio, se proprio deve parlar di sesso preferisce metterci in mezzo la cultura?
Ma soprattutto, che ce ne importa? Vorreste dirmi che esiste uno scrittore famoso negli ultimi 2-3 secoli che NON abbia mai fatto uso di pornografia? No, aspetta, riformulo: vorreste dirmi che esiste un solo uomo che non ne abbia mai fatto uso?
E ovviamente (apro una parentesi) ciò vale anche per molte donne, solo che le donne rifiutano di ammetterlo: e la colpa può essere, alternativamente, del retaggio religioso oppure della stramaledetta crociata femminista contro la pornografia. Crociata che sinora non ha ottenuto altro risultato che di confinare il porno etero in un regno tutto maschile, in cui è perfettamente logico che la rappresentazione delle donne non sia realistica. E’ questione di domanda e offerta: quando le donne ammetteranno che è possibile riflettere in modo serio sulla questione; quando smetteranno di coprirsi gli occhi col prosciutto della “reificazione” e “mercificazione” e “degradazione” del corpo femminile; allora il mercato si accorgerà che la parità dei sessi è economicamente vantaggiosa. [Consiglio in proposito questa lettura.]
Detto ciò, i difensori della morale di Kafka – almeno stando all’articolo – sono quasi tutti maschi. Ma è curioso che accusino lo storico in questione di essere “bigotto” per il solo fatto di aver dimostrato l’esistenza di quel materiale porno (o semi-porno). Sono curiosa di leggere il suo libro per capire se davvero si tratta di facile sensazionalismo e una gretta trovata di marketing, oppure se per caso i bigotti non siano proprio gli altri storici, che sapevano dell’esistenza di quel materiale ma hanno scelto di non parlarne in nessuna biografia di Kafka. Perché, sai, non sta bene parlarne.
Dio solo sa cosa succederebbe se saltasse fuori della pornografia gay fra le carte di Proust. (O è già successo? non sono informata.)
Tag: femminismo, giornalismo, kafka, letteratura, libri, pornografia, proust, storia, uk
Agosto 15th, 2008 at 4:21 pm
Quello che lo storico in questione non sa e’ che casa Kafka e’ stata una delle prima ad essere raggiunta da FastWeb in fibra.
Quella si che sarebbe stata una notizia da ferragosto.
Agosto 15th, 2008 at 4:24 pm
Su questo punto mi confesso ignorante anch’io
Agosto 15th, 2008 at 8:00 pm
…uhm…per qualche strana ragione, credo che certi personaggi vengano mitizzati al tal punto da ripudiarne il lato umano….E’ una necessità condivisa un pò dovunque (nelle culture “evolute” s’intenda)…scoprire le magagne (anzi, le normali, meravigliosei, debolezze e necessità ) sembra sia il pasto prediletto delle menti deboli (tante), in cerca di un ideale che bramano (incapaci di raggiungere), e che per questo tentano di screditare, distruggendone il “portatore” sano..
Questa cosa poi del porno eccita i palati, come se, davvero, esistesse un maschietto che non ne abbia fatto largo uso….
Agosto 15th, 2008 at 10:16 pm
Pensa se trovassero l’hard disk di Kafka. O il telefonino di Schiele.
Altro che Fastweb…
Agosto 18th, 2008 at 11:18 am
…in effetti la domanda principe è: se anche avesse fatto uso massicio di pornografia hardcore della peggior specie e fattura…è davro importante?
O siamo ancora fermi al non si deve, non si fa ( niente sesso, siamo inglesi…ma davvero?!).
…io opto per la gretta manovra di marketing, sempre e comunque.
a.m.
Agosto 18th, 2008 at 2:38 pm
In realtà credo sia una questione filologica. Staranno cercando di capire se Kafka fosse diventato cieco e quindi i suoi ultimi libri potrebbero essere non suoi, te lo dico io.
Agosto 21st, 2008 at 3:11 pm
..e ti sei persa la splendida pagina della cultura di repubblica (cartacea) il giorno di ferragosto: le pippe dei padri del risorgimento (certo, il titolo non era questo, ma il contenuto si..).
(a fianco ad un articolo che sosteneva che se Gesualdo Bufalino è il grande rimosso della letteratura italiana è solo colpa sua. Se riesco a ricordarmi il nome della giornalista le scrivo una mail di sole pernacchie..)