And by a sleep to say we end the heartache

L’insonnia è, al pari del mal di schiena, uno dei disturbi tipici dell’età contemporanea e più frequenti nei Paesi occidentali. Ne consegue l’uso massiccio di farmaci che possono dare dipendenza, con forti costi sociali (calo del 20% della produttività sul lavoro; e ottomila morti l’anno solo per i “colpi di sonno” al volante).

Leggevo che secondo alcuni, la grande diffusione dell’insonnia nella nostra società dipende dall’abbandono dei ritmi di sonno tipici del mondo antico. Come accade oggi in molte società primitive, anche i nostri bisnonni dormivano un “primo sonno” e un “secondo sonno” di circa quattro ore ciascuno, inframmezzati da 1-3 ore di veglia in piena notte; e sembra proprio che questa scansione del sonno sia più naturale, più in armonia con il ritmo circadiano dell’uomo.

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Ancora su Natalia Aspesi e Badtaste

Breve recap, se non avete letto il post di ieri. E anche se l’avete letto, perché aggiunge dettagli.

Per la seconda volta BadTaste osa mettere in dubbio le affermazioni della Aspesi; la prima volta (quando BadTaste si chiamava ancora Caltanet, nel 2003) era successo per il Signore degli anelli, dalla Aspesi definito “romanzo naziskin” . Questa seconda volta è perché la Aspesi ha partecipato al massacro mediatico dando per certa la colpevolezza di Christian Bale, e guarda caso pochi giorni dopo tutte le accuse contro di lui sono state archiviate.

Insomma, l’abbiamo criticata per motivi ben diversi da quelli che lei sostiene (cioè perché avrebbe recensito negativamente Il cavaliere oscuro e il Principe Caspian; BadTaste ha anzi espresso varie perplessità su Batman e ha stroncato pesantemente Narnia 2). L’abbiamo criticata perché, come tanti giornalisti italiani, non ha l’abitudine di andare alle fonti prima di scrivere un articolo, ma preferisce parlare per sentito dire. Dicono che Bale ha picchiato la mamma? Allora ha picchiato la mamma. In Italia ci sono quattro pazzi che facevano i campi Hobbit? Allora Tolkien era nazista. E così via.

Lei risponde piccata con un articoletto molto sarcastico, ma strapieno di falsità, in prima pagina sulla sezione spettacoli di Repubblica. Dice che BadTaste.it ce l’ha con lei perché non le è piaciuto Il cavaliere oscuro, e quelli di BadTaste sono delle orde di fanatici e guai a chi gli tocca il prezioso pipistrello.

Ecco la nostra replica “a caldo”, scritta ieri sera da Andrea ma a cui mi associo in pieno anch’io.

Ed ecco l’editoriale di Robert (ColinMcKenzie) uscito poco fa:

Sarebbe comunque troppo facile far notare che, mentre noi ci occupavamo (tra le tante cose) di autori come John Sayles, di documentari come Taxi to the Dark Side o di bellissime pellicole inedite nel nostro Paese (Little Children o The Orphanage, tanto per fare due nomi), la Aspesi sfruttava il suo straordinario talento al servizio della Posta del cuore del Venerdì di Repubblica. Ma saremmo superbad a farlo e non è il caso. Così come non è il caso di far notare che, solo il mese scorso, la rivista XL, costola di Repubblica, ci dedicava un trafiletto simpatico e molto elogiativo. Per la proprietà transitiva, potremmo dire che Repubblica con la mano destra (la Aspesi) critica involontariamente quello che elogia la sinistra (XL).
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Stiamo cercando di capire se ci è concesso il diritto di replica sulla Repubblica in cartaceo, anche soltanto nella pagina delle lettere al direttore.

Io intanto vado a rileggermi per la quarta volta tutto Tolkien in lingua originale, per capire dove cacchio è che sta questa “mentalità naziskin” di cui blaterava la Aspesi…

Natalia Aspesi è appassionata di BadTaste.it

… Anche se l’abbiamo “svillaneggiata”. Così scrive Natalia Aspesi a pagina 37 della Repubblica di stamane, proprio in copertina dell’inserto R2.

All’inizio parla maluccio di noi, evidentemente piccata per essere stata oggetto di strali polemici da parte nostra (ma si consoli, perché è in buona compagnia). Poi però dichiara di essersi appassionata al nostro sito… Forse, tuttavia, non si è appassionata abbastanza per accorgersi che il nostro sito non parla soltanto di “eroi volanti in maschera”, ma di tutto il cinema, compreso quello “della realtà” come lo chiama lei. E chi ha letto la nostra recensione del Cavaliere oscuro sa bene che non l’abbiamo certo definito “capolavoro mondiale”. Anzi.

La risposta della redazione di BadTaste

Ne parliamo anche sul forum.

Natalia Aspesi è appassionata di BadTaste.it

NUOVO CINEMA INFERNO

La settimana prossima comincia la 65° Mostra del cinema di Venezia che si annuncia di un cinegusto così sopraffino, così colto, da preoccupare anche i meno frivoli studiosi del ramo. Si temono soprattutto sberleffi da parte di quei cinefili arroccati in numerosi siti appassionati di enormi eroi volanti in maschera, tra i quali il più simpaticamente settario pare essere BadTaste.it, che occupandosi del “nuovo gusto del cinema”, che da se stesso definisce cattivo, potrebbe inscenare al Lido, con i suoi molti appassionati seguaci, forti manifestazioni di dissenso verso il cinema della realtà, e i suoi film sul potere e la guerra in cui non intervengono né Batman né il principe Caspian a sistemare le cose. Svillaneggiata dal sito per non aver capito niente del capolavoro mondiale Il Cavaliere oscuro, “secondo incasso dopo Guerre stellari”, me ne sono appassionata, per la ricchezza delle informazioni che sforna a getto continuo, anche nel più raffinato spazio “Superbad”. Notizie shock ultima ora: “Harry Potter 6 rimandato a luglio 2009!” “Orde di fan inferociti si orgnaizzano per boicottare X-men origins, Wolverine, perché la Fox sta boicottando Watchmen…”.

Kafka e le donnine

(Ovvero: roba che, se ci fosse ancora Cuore, andrebbe rubricata sotto “Chi se ne frega?”)

Ma se anche fosse vero che Kafka conservava in casa materiale pornografico, quale sarebbe il problema? Perché tanta ansia di sottolineare che non si tratta di pornografia hard core, ma di “rappresentazioni giocose, alcune in forma di caricatura”?

Cosa spinge l’establishment culturale britannico a tanta pruderie? (sì, la diatriba è tutta interna alla scholarship kafkiana britannica). Sarà che anche in UK a ferragosto bisogna tirar fuori storie di sesso, ma che essendo il Guardian un giornale serio, se proprio deve parlar di sesso preferisce metterci in mezzo la cultura?

Ma soprattutto, che ce ne importa? Vorreste dirmi che esiste uno scrittore famoso negli ultimi 2-3 secoli che NON abbia mai fatto uso di pornografia? No, aspetta, riformulo: vorreste dirmi che esiste un solo uomo che non ne abbia mai fatto uso?

E ovviamente (apro una parentesi) ciò vale anche per molte donne, solo che le donne rifiutano di ammetterlo: e la colpa può essere, alternativamente, del retaggio religioso oppure della stramaledetta crociata femminista contro la pornografia. Crociata che sinora non ha ottenuto altro risultato che di confinare il porno etero in un regno tutto maschile, in cui è perfettamente logico che la rappresentazione delle donne non sia realistica. E’ questione di domanda e offerta: quando le donne ammetteranno che è possibile riflettere in modo serio sulla questione; quando smetteranno di coprirsi gli occhi col prosciutto della “reificazione” e “mercificazione” e “degradazione” del corpo femminile; allora il mercato si accorgerà che la parità dei sessi è economicamente vantaggiosa. [Consiglio in proposito questa lettura.]

Detto ciò, i difensori della morale di Kafka – almeno stando all’articolo – sono quasi tutti maschi. Ma è curioso che accusino lo storico in questione di essere “bigotto” per il solo fatto di aver dimostrato l’esistenza di quel materiale porno (o semi-porno). Sono curiosa di leggere il suo libro per capire se davvero si tratta di facile sensazionalismo e una gretta trovata di marketing, oppure se per caso i bigotti non siano proprio gli altri storici, che sapevano dell’esistenza di quel materiale ma hanno scelto di non parlarne in nessuna biografia di Kafka. Perché, sai, non sta bene parlarne.

Dio solo sa cosa succederebbe se saltasse fuori della pornografia gay fra le carte di Proust. (O è già successo? non sono informata.)

Per la serie: dove scrivo quando non scrivo qua

Da oggi, oltre a seguire le sezioni Harry Potter, Twilight e (quando capita) Queste Oscure Materie,* su BadTaste vi appesterò anche con articoli a iosa sul nuovo film di Guy Ritchie, Sherlock Holmes.

Faccio coming out e vi dico che sono una fan sfegatata di Sherlock Holmes. Ovviamente ho pure visitato Baker Street 221B. Approfitterò per rileggermi tutti i racconti e romanzi.

Speriamo sia un buon film, ché tanto a fare macello ci pensa già lo Sherlock di Ali G.

* (In realtà pare ci sia qualche vaga speranza di vedere al cinema i sequel della Bussola d’oro. Personalmente non ci credo finché non li vedo.)