La quarta bozza
10 Novembre 2007 alle 12:09 pm · Nelle categorie italianiiii, minima moralia, nerdiness
Purtroppo si rende necessaria una seconda puntata. La prima puntata è qui. Non escludo una terza.
Altra casistica di violentatori dell’italico idioma:
- Quelli che per puro caso ci indovinano, e scrivono dà (voce del verbo dare) con l’accento, e tu dici: ah be’, hanno studiato, bravi. Solo che poi li vedi che scrivono egli fà (voce del verbo fare) io stò (verbo stare) e sù (contrario di giù). E ti si accapona la pelle.
- Quelli che scrivono bhe o addirittura (Zeus abbia pietà di noi) bhè. Essendo un troncamento di “bene”, si scriverà be’, con l’apostrofo. Al massimo potete azzardare beh con l’acca, che però è più deprecato del tag a una cena sociale del comitato direttivo del W3C; e se vi imbattete in un redattore di professione tipo yours truly, l’acca farà una brutta fine. (Io però scrivo tranquillamente “beh” in chat o su un forum, perché comunque non è scorretto.)
- Quelli che esagerano con i congiuntivi, mettendoli anche dove non servirebbero, per timore di passare per ignoranti; dicesi: ipercorrettismo. Per esempio: “E’ giusto che chi commetta un reato ne paghi le conseguenze”. Non starò a spiegarvi che, dal momento che il verbo commettere non dipende dal “che” (e il soggetto del verbo pagare è “colui il quale commette un reato”)… be’, ci arrivate da soli. (Approfondimenti qui e qui)
- Quelli che sbagliano il congiuntivo quando si riferiscono a se medesimi. Ciò accade con allarmante frequenza su Twitter, dove è abitudine parlare in terza persona, e capita spesso di leggere cose esilaranti tipo “@XY crede che non si senta troppo bene”. Senta? Senta, chi? Chi non si sente bene? Suo cugino? Il gatto? Poi capisci che è lo scrivente ad avvertire i prodromi dell’influenza. E che avrebbe potuto benissimo scrivere “@XY crede di non sentirsi troppo bene”. E allora anche tu non ti senti granché bene.
- Quelli che scrivono un’amico e un amica con gli apostrofi a caso. Gente con due lauree, giuro.
- Quelli che ignorano la punteggiatura e conoscono solo i tre puntini … e peraltro … lasciano uno spazio di troppo … prima … di scriverli … come fosse un omissis all’americana … perché se fosse all’italiana … ci vorrebbero le quadre … così […] ma loro sono italiani … e fieri della bella lingua che credono (… illusi! …) di saper parlare … e quindi ti ritrovi interi post di quaranta righe scritti così … e non capisci dove finisce una … frase … e inizia l’altra … e ti viene da piangere …
- Quelli che fanno uso dell’abominevole aggettivo dimostrativo (A.A.D.): tale. L’A.A.D. non andrebbe mai usato quando si scrive con tono colloquiale. A esser pignoli, non andrebbe mai usato al di fuori di un verbale dei Carabinieri o di un atto notarile. Avete presente? Quelli che scrivono di un film, e li si legge con piacere per mezza pagina, finché all’improvviso non iniziano un capoverso con “Tale film…”.
- Quelli che scrivono perchè e sè con l’accento grave. Il correttore automatico di Word ve li corregge, ma Wordpress no (ci vorrebbe un plugin).
Ciò di cui mi stupisco è che ci sia bisogno di ricordare queste regolette a gente che ha un diploma di maturità o magari una laurea. Non sono giunta a conclusioni migliori di quelle del post precedente: dev’essere colpa della scuola italiana.
(P.S. già che sono in tema di Twitter: come ha giustamente fatto osservare Suzukimaruti tempo fa, per twittare in inglese bisogna saperlo, l’inglese. Occorre sapere cose del tipo “to look e to listen non sono verbi transitivi”, per intenderci. Certo che, non sapendo nemmanco l’italiano, ce li voglio.)
italiano grammatica twitter congiuntivi
Permalink
.mau. ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 1:22 pm
non capisco. (Egli) “dà” si scrive con l’accento, punto. C’è qualche diatriba al limite perché qualche linguista proponeva anche “io dò”, mentre la maggior parte è contraria alla cosa. Quanto a “beh” con l’acca finale, il De Mauro me la dà come familiare, e addirittura dice che “be’” è variante (quindi meno preferita) di beh.
Ilaria ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 1:25 pm
Guarda che io non parlavo di diatribe cruscanti. Dico che c’è gente che NON SA che “dà” vuole l’accento, e NON SA che “io sto, lui va” eccetera NON vogliono l’accento.
“Beh” è corretto, ma deprecato dal 90% delle case editrici. Di nuovo, il punto del mio discorso era che la gente usa “bhe” o “bhè”, che sono inequivocabilmente errati.
Yoshi ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 1:26 pm
mea culpa mea maxima culpa io ’sta (giusto vero?) roba dei vari tipi di accenti non l’ho mai capita. sarà per questo che in tre anni di francese alle medie non ho capito niente?:) quindi si scrive “perché”?
però almeno io non sono laureato:)
Ilaria ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 1:28 pm
Yep, “perché” vuole l’accento acuto, dato che si pronuncia con la “e” chiusa (non qui al nord, purtroppo).
Michele ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 1:45 pm
AAAAAAA meno male che ci sei tu, o reginetta dell’italico idioma, a correggerci… Talvolta ci si scopre più ignoranti di quanto non ci si credesse già da prima
Certo che “be’” è proprio brutto… La mia più grande disgrazia sono i punti di sospensione, 3 sono decisamente troppi! Propongo una riforma della grammatica (come in Germania) per introdurre i 2 punti di sospensione “..”.
Uhm, ripensandoci non so se i nostri parlamentari siano in grado di decidere così aulici problemi… Lasciamoli nel loro brodo, veh, che è meglio!!
:***
Wizard ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 2:05 pm
Di grazia, quanto mi sento ignorante. E lo sono eh, lo sono sì. Mi sto già chiedendo quanti errori abbia fatto in questo paio di righe.
Però ho preso appunti e la prossima volta li userò per scrivere, non dico tutto correttamente, ma almeno decentemente.
Intanto aspetto la terza puntata… tanto prendendo spunto dai miei articoli di puntate se ne tirano giù un casino.
giallo ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 2:10 pm
scusa ma il fatto del “senta” non è giusto, dato che si parla in terza persona?
e cmq comunque, non è giusto anche in prima persona “che io mi senta” tipo “non credo che mi senta” solo che esplicita fa schifo ed è meglio l’implicita “di stare” ma nonostante questo dovrebbe essere grammaticalmente corretto no?
Ilaria ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 2:14 pm
@Wizard: lo scopo del post non era far fare autocritica a qualcuno, ma riflettere su come l’immediatezza della scrittura su internet ci fa perdere di vista certe regole che magari invece rispettiamo nei temi e nelle tesine scolastiche.
@giallo: Il problema è che il congiuntivo vuole SEMPRE il soggetto espresso. Quindi “crede che si senta” è ambiguo, perché non è affatto detto che il soggetto sottinteso di “senta” sia lo stesso che funge da soggetto di “crede”.
Nel tuo esempio, essendoci il “mi”, è già meglio, perché l’ambiguità è ridotta; però un’ambiguità c’è sempre, se ci pensi quella frase può voler dire “anche se parlo a voce alta, non credo che XY mi senta”. No?
E quand’anche fosse corretto quanto la forma implicita, la forma implicita resterà sempre la più elegante. Se non altro perché evita l’abuso della parola “che”.
Wizard ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 2:46 pm
No, ma hai ragione eh… solo che, già che ci siamo, vediamo anche gli errori che commettiamo noi.
Che poi, detto fra noi, non so quanto nei temi o nelle tesine io fossi più corretto. Quindi non è tanto una questione internettiana, per quanto mi riguarda.
E ciò è peggio, lo so benissimo.
rollino ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 3:34 pm
ok, sto lavorando al plugin
.mau. ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 5:15 pm
credo che non sia difficile trovare una frase col congiuntivo ma senza soggetto espresso (sì, ho barato visto che c’è comunque una soggettiva)
Sia quel che sia :-), resta il fatto che almeno io ci sono arrivato solo adesso, alla quarta lettura, che il tuo incipit Quelli che ci beccano a scrivere dà (voce del verbo dare) con l’accento non era da leggere “Quelli che scoprono che noi scriviamo dà e ce lo vengono a dire” ma “Quelli che - per puro caso - scrivono dà”.
Ilaria ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 5:26 pm
hai ragione, riformulo
Ilaria ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 5:31 pm
P.S. Sì, hai barato: il soggetto di “sia” è “trovare”, quindi il soggetto è espresso (infinito presente con funzione nominale)
giallo ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 5:56 pm
da dà perfettamente ragione alla blogger, si genuflette al suo virtuale cospetto e bacia il mac usato per leggere il suo blog ^^
Catriona ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 8:56 pm
Oh, sorella nella lotta quotidiana! Dalle mie parti si parla anche di questo. Sei ovviamente la benvenuta. [Sì, lo so, forse è un messaggio spam, ma non ho resistito…]
Ilaria ha scritto @ 10 Novembre 2007 alle 8:58 pm
Anche dalle mie, di parti, che con le tue credo abbiano molto a che fare.
Monte ha scritto @ 11 Novembre 2007 alle 3:48 am
Apposto, già a questo secondo appuntamento la depressione è totale.
Perchè, o meglio, perché non ho avuto un’insegnante (?) come Ilaria?
PS: insegnate è sia maschile che femminile?
Ilaria ha scritto @ 11 Novembre 2007 alle 11:31 am
Per carità, non ho proprio la vocazione dell’insegnante, io… Comunque è “un insegnante” (maschile senza apostrofo) o “un’insegnante” (femminile con l’apostrofo, sarebbe “una insegnante”).
Daniele ha scritto @ 11 Novembre 2007 alle 2:48 pm
Io mi raggelo sempre sul “perchè”…
justfrank ha scritto @ 11 Novembre 2007 alle 3:42 pm
Lo confesso, per tanto tempo ho scritto “perchè”, un po’ perché pensavo che l’accento non fosse poi così importante, ma soprattutto per pigrizia ( bisogna premere SHIFT ogni volta, uff… ).
Per il resto credo che a parte casuali errori di battitura e termini volutamente gergali e/o dialettali, dovrei riuscire a salvare la faccia.
In ogni caso scrivere su un blog ( con l’ausilio del correttore ortografico, magari ) è una gran cosa, specialmente dopo che ci si è iscritti ad ingegneria informatica, facoltà che notoriamente AMMAZZA l’italiano con una caterva di termini pseudo tecnici e inglesismi acrobatici ( switchare al posto di commutare, uppare al posto di caricare, “sendare” (!!!) al posto di mandare etc. etc. ).
Ilaria ha scritto @ 11 Novembre 2007 alle 3:46 pm
“Sendare” è un piccolo colpo di genio. Sì, penso anch’io che la diffusione dei blog stia lentamente portando, se non a una padronanza migliore dell’italiano, almeno a porsi qualche problema grammaticale e stilistico. Nella scuola italiana e soprattutto all’università si scrive poco, in Italia gli esami sono quasi tutti orali (almeno ai miei tempi). Poi si arriva a dover scrivere la tesi e ci si è dimenticati come si fa a mettere tre parole in fila.
paiola ha scritto @ 12 Novembre 2007 alle 9:23 am
Ti devo dare la triste notizia che i puntini usati come omissis “all’americana” sono attestati anche nell’italiano. Nel luogo dove lavoro purtroppo li usano, io non li accettavo e non mi volevo rassegnare ma purtroppo nel manuale di stile Zanichelli addirittura li consigliano invece del […].
Certo, sempre in questo stesso manuale di stile dicono che si può usare la d eufonica, e purtroppo anche questo consiglio è stato accettato nel mio ufficio.
Io ne soffro e mi rattristo, ma non riesco a farli tornare sulla retta via. Necessito solidarietà.
PocaCola Blog » L’eterna lotta dell’Uomo contro il Congiuntivo ha scritto @ 12 Novembre 2007 alle 10:07 am
[…] con piacere un post davvero bello di “La quarta bozza” in merito all’uso dell’italiano scritto, sia nelle […]
Ilaria ha scritto @ 12 Novembre 2007 alle 10:20 am
Paiola, siamo tutti con te. A me i puntini non danno fastidio, parentesi o non parentesi, quando sono usati come omissis; quello che mi fa venire un’ulcera è vedere venti righe di ragionamento senza un punto e a capo, senza una virgola, senza un due punti: frammenti di discorso tenuti insieme da puntini messi a caso, senza una subordinata, senza nemmeno tentare di mostrare la relazione fra le proposizioni (e quindi fra i pensieri). Questa per me è pigrizia intellettuale. E’ rifiutarsi (o non essere in grado) di costruire una riflessione coerente.
Rob ha scritto @ 13 Novembre 2007 alle 2:33 pm
Gran bel post.
laura ha scritto @ 14 Novembre 2007 alle 3:11 pm
No, ma ve la ricordate ancora la pubblicità trasmessa su tutti i canali del regno qualche mese fa?
“TFR : basta che decidete”
Era solo a me che faceva l’effetto unghia sulla lavagna?
Reloj ha scritto @ 14 Novembre 2007 alle 7:51 pm
Fortunata donna, nessun quattordicenne ti invita al suo spazio Live!Msn. Moriresti di infarto. Io ho tre pacemaker preventivi.
Tutti, tutti, attentano contro la nostra salute.
Ilaria ha scritto @ 14 Novembre 2007 alle 7:54 pm
Fortunata un corno: metà dei miei contatti msn sono quattordicenni. Capita, quando gestisci siti su harry potter. Quindi soffro con te.
odiamore ha scritto @ 15 Novembre 2007 alle 1:14 pm
Io ho trovato anche chi, scrivendo, non usa lo spazio dopo i segni di punteggiatura; non so perché ma è una cosa che mi infastidisce moltissimo.
Ilaria ha scritto @ 15 Novembre 2007 alle 1:19 pm
ci credi che me lo tenevo in conserva per la terza puntata?! Anch’io non lo sopporto,quando la gente mette punti,e virgole,così(a caso):senza spazio.
JohnnyDurelli ha scritto @ 30 Novembre 2007 alle 10:56 pm
Da applausi. Semplicemente.
Ilaria ha scritto @ 30 Novembre 2007 alle 11:01 pm
Grazie grazie troppo buono grazie.
Maurizio ha scritto @ 5 Dicembre 2007 alle 10:15 pm
Post interessante. Io non lo avrei mai scritto però. Per timore di sembrare saccente. Ad ogni modo, io uso il correttore ortografico di TextEdit (visto che usi i Macintosh) e nel dubbio vado su Google, poi vado sul sito dell’Accademia della Crusca e altri che non sto qui ad enumerare. Però a volte scappa ugualmente, come l’altro giorno che ho scritto ‘ai visto mai che’ (’ai’ al posto di ‘hai’).
Me ne sono accorto giorni dopo, rileggendo per caso il post.
Ah, il ‘bhe’ non lo sopporto nemmeno io. È proprio fastidioso…
andrea ha scritto @ 12 Dicembre 2007 alle 12:19 am
Me tapino…io sono più bravo a cucinare,a scrivere proprio no ..chiedo venia.
Il potere della lingua « OdiAmore ha scritto @ 7 Gennaio 2008 alle 2:08 pm
[…] i correttori automatici, altri ancora di “oggetti” come i blog. Mah. Tempo fa ho letto un bel post sugli errori in cui è più frequente imbattersi sulla rete; più recentemente, mi è capitato di […]
HTML-Tags: