Sono un geek
nov 30, 2007 autoreferenzialità, geekiness, nerdiness
[Messaggio di pubblica utilità] Per chi arriva da Google su questo post (e arrivano in tanti) cercando “come si fanno gli accenti con il Blackberry”: sappiate che le accentate si fanno tenendo premuto il tasto della lettera e facendo scorrere in orizzontale la trackball.
Mi ero ripromessa di non partecipare più a nessun meme, ma come si fa a resistere a questo, che circola proprio in occasione dell’arrivo del nostro nuovo Macbook? Non mi risulta di essere stata invitata da nessuno, quindi - da brava asociale quale sono - me ne approprio senza passarlo a nessuno: chi lo vuole se lo pigli. Io l’ho preso da Clarita.
Sono un geek perché posseggo i seguenti gioielli tecnologici:
- iMac (penultimo modello, di quelli bianchi per intenderci), 20”, Intel Core 2 Duo 2.16 GHz, 2GB Ram, HD da 500GB. Accessoriato con tastiera ultrapiatta, una meraviglia. Ma al momento mi tengo Tiger, tanto Leopard ce l’ho sul…
- MacBook 13” 2.2 GHz, 2GB Ram (in realtà è un regalo che ho fatto a Remuz, però spero me lo farà usare ogni tanto).
- PC assemblato dal mio smanettatore informatico di fiducia con pezzi vari, e di cui purtroppo non saprei descrivervi con precisione la configurazione hardware. Comunque: il case è un’enorme torretta Enermax. Il monitor è un Philips 20”. Windows XP Professional. AMD Athlon 64 X2 Dual, 2.21 GHz, 2GB Ram, 2 HD da 150 + 150 GB.
- Due gruppi di continuità, uno per il Pc e uno per l’iMac.
- Laptop ACER Aspire 1513LMi, AMD Athlon 64, con Win XP Professional, sull’orlo della morte dopo essere stato usato per due anni senza praticamente mai spegnerlo, quando studiavo a Bologna. Come tanti Acer, ha il brutto vizio di surriscaldarsi e spegnersi da solo ogni tanto. Credo sia da rottamare, ormai.
- Stampante multifunzione HP Laserjet M1005 MFP, ovvero: stampante laser + fotocopiatrice + scanner, e nessuno dei tre funziona granché bene.
- Blackberry Curve 8300 (Vodafone), su cui, oltre naturalmente a usarlo per le mail, ho installato TwitterBerry e Yahoo Messenger; purtroppo non ho potuto metterci Opera Mini, perché dovrei usarlo con l’APN Vodafone e spenderei un patrimonio. Il browser integrato comunque se la cava, più o meno. (Io, nonostante tutto il casino con la Tre, un pensierino sullo Skypephone ce l’avrei anche fatto; ma il pensiero di chattare in Skype digitando con il T9 mi riempie d’orrore. Molto meglio Yahoo Messenger con la tastiera Qwerty del Blackberry.)
- Nokia 6131, nero. Un gran telefono, ce l’ho da un anno e mezzo e va che è una meraviglia. La batteria inizia a perdere colpi, però.
- iPod Nano 8GB (quello nuovo), colore verde: il mio ultimo acquisto.
- iPod Shuffle 1 GB colore argento
- Fotocamera Nikon Coolpix P5000, 10 megapixel.
Sono un geek perché vorrei i seguenti gioielli tecnologici:
- Nokia E90: sarà mio molto presto;
- Asus EEEPC, cioè un subnotebook da 300 dollari motorizzato Linux, che promette grandi cose. In America è già uscito, da noi arriva nel primo trimestre 2008. Penso che lo prenderò al posto del tablet Nokia N810, su cui sbavavo da mesi. (Si è capito che sono una fan della Nokia?)
- iMac 24”, nonostante il nuovo look nero/acciaio non mi convinca poi molto. Ma almeno mi tengo due Mac sulla scrivania e butto definitivamente il Pc. Li avranno risolti, poi, quei problemini con lo schermo?
- Magari un altro Macbook solo per me, così a Remuz lascio il suo. Aspetto però di capire che ne sarà dei famosi subnotebook Apple, magari escono davvero nel 2008. Chi ha bisogno di un drive ottico nel 2008?
Ecco, ora mi rimetto al lavoro, così quando sarò ricca e avrò millemila fantastiliardi di paperdollari, e non avrò già sulla carta di credito 400 euro di esami medici (pagati sull’unghia da “solvente”, ovvio… ma porca miseria), potrò dedicarmi alla mia lista della spesa. Qualcuno nel frattempo vuole raccogliere la sfida, e dimostrarmi che è più geek di me?
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And I need a job, so I wanna be a paperback writer
nov 16, 2007 autoreferenzialità, editoria, pop, traduzione
E poi dice che non è vero che cani e porci scrivono libri, di questi tempi.
E così sveliamo - sempre che interessi a qualcuno - il senso degli indizi che da settimane andavo distribuendo sapientemente tra un post e l’altro. Incredibile a dirsi, ma a questo mondo c’è gente così coraggiosa da affidarmi la stesura di un libro. Sì, a me. Vi rendete conto?
Be’, grazie alle temerarie amiche e colleghe di Camelopardus, che si sono imbattute per caso nel mio sito e nella tesina sulla traduzione italiana di Harry Potter, il nome della sottoscritta appare sulla copertina di questo volumetto, che esce nelle migliori librerie lunedì prossimo, 19 novembre. Sarà acquistabile online ma dovreste trovarlo anche in Feltrinelli e altrove.
Ne ho approfittato per mettere online la nuova versione del mio sito personale, e per snellire la pagina About di questo blog.
Non voglio sminuire il lavoro attento e paziente delle mie editrici, ma non posso esimermi dallo sminuire il mio. Ho scritto questo libro nei ritagli di tempo, in una ventina di giorni: anzi notti, dal momento che ci ho lavorato principalmente fra mezzanotte e le 4 antimeridiane. Quindi immagino che il risultato non sia il migliore possibile. Ogni recensione - positiva ma soprattutto negativa (se costruttiva!) - è non solo benaccetta ma molto, molto gradita.
P.S. Spiegazione del titolo del post, per quelli che sono ignoranti (nel senso che ignorano).
harry potter editoria libri traduzione camelopardus
Attenzione a SkypePhone + Tre
nov 11, 2007 blogging, minima moralia
Aggiornamento (12 novembre): L’autore del post che linko qui sotto è intervenuto nuovamente sull’argomento Tre/Skypephone, e chiede di far girare anche la parziale (parziale, badate bene) rettifica. La trovate qui. Il succo della questione, secondo me, resta: l’offerta Tre è fumosa e contraddittoria, e il servizio clienti potrebbe essere migliore. Dal momento tuttavia che - nella mia limitata esperienza - ciò sembra essere vero per qualsiasi operatore telefonico in questo Paese (e ve lo dice una che ha passato l’ultima settimana a studiarsi i piani tariffari di tutti quanti), sto ancora meditando di prendere il Nokia E90 con il comodato.
(Messaggio di pubblica utilità)
Era troppo bello per essere vero.
Segnalo anch’io, come tanti prima di me, l’ottimo post di Francesco Minciotti, che mostra con lucidità e precisione le tante magagne dell’offerta 3 relativa al nuovo SkypePhone. A ulteriore dimostrazione che ogni tanto i blog servono a qualcosa, perlomeno agli altri blogger.
La chiusa del post, in particolare, è magistrale: l’ho già tumblerata, ma credo meriti la massima visibilità (e Tumblr oggi fa le bizze) quindi la riporto anche qui:
[Il titolare del negozio 3] mi fa: «Vedi co’ cchi me tocca combatte tutto ‘r giorno? Se tu eri un giornalista, sai che figura de mmerda c’aveva fatto…»
Già. Se fossi stato un giornalista. Se lo fossi stato e 3 fosse stato il mio inserzionista pubblicitario, forse avrei avuto l’ordine di scuderia di tenere la bocca chiusa. Ma, sono un blogger, e nessuno mi chiuderà il forno.
[...] Diffondere, prego.
Diffondo con estremo piacere. Morale della storia: leggere sempre gli asterischi e le clausole in corpo 7 grigio chiaro.
Postilla personale: Comprare lo Skypephone non rientrava nei miei progetti; ma come forse saprà chi di voi mi segue su Twitter e nei commenti su altri blog, ho intenzione di comprare un Nokia E90, e l’offerta 3 mi sembrava molto conveniente. Ma a questo punto ci penserò bene prima di farmi allettare dai 400 euro di “sconto” con la formula del comodato/noleggio - che mi legherebbe alla Tre per la bellezza di trenta mesi -, ed esplorerò attentamente le offerte dei vari operatori (ho sentito dire che l’offerta dati di Wind è ottima, sarà vero?).
skype skypephone telefonia Tre cellulari
L’eterna lotta dell’Uomo contro il Congiuntivo
nov 10, 2007 italianiiii, minima moralia, nerdiness
Purtroppo si rende necessaria una seconda puntata. La prima puntata è qui. Non escludo una terza.
Altra casistica di violentatori dell’italico idioma:
- Quelli che per puro caso ci indovinano, e scrivono dà (voce del verbo dare) con l’accento, e tu dici: ah be’, hanno studiato, bravi. Solo che poi li vedi che scrivono egli fà (voce del verbo fare) io stò (verbo stare) e sù (contrario di giù). E ti si accapona la pelle.
- Quelli che scrivono bhe o addirittura (Zeus abbia pietà di noi) bhè. Essendo un troncamento di “bene”, si scriverà be’, con l’apostrofo. Al massimo potete azzardare beh con l’acca, che però è più deprecato del tag
a una cena sociale del comitato direttivo del W3C; e se vi imbattete in un redattore di professione tipo yours truly, l’acca farà una brutta fine. (Io però scrivo tranquillamente “beh” in chat o su un forum, perché comunque non è scorretto.) - Quelli che esagerano con i congiuntivi, mettendoli anche dove non servirebbero, per timore di passare per ignoranti; dicesi: ipercorrettismo. Per esempio: “E’ giusto che chi commetta un reato ne paghi le conseguenze”. Non starò a spiegarvi che, dal momento che il verbo commettere non dipende dal “che” (e il soggetto del verbo pagare è “colui il quale commette un reato”)… be’, ci arrivate da soli. (Approfondimenti qui e qui)
- Quelli che sbagliano il congiuntivo quando si riferiscono a se medesimi. Ciò accade con allarmante frequenza su Twitter, dove è abitudine parlare in terza persona, e capita spesso di leggere cose esilaranti tipo “@XY crede che non si senta troppo bene”. Senta? Senta, chi? Chi non si sente bene? Suo cugino? Il gatto? Poi capisci che è lo scrivente ad avvertire i prodromi dell’influenza. E che avrebbe potuto benissimo scrivere “@XY crede di non sentirsi troppo bene”. E allora anche tu non ti senti granché bene.
- Quelli che scrivono un’amico e un amica con gli apostrofi a caso. Gente con due lauree, giuro.
- Quelli che ignorano la punteggiatura e conoscono solo i tre puntini … e peraltro … lasciano uno spazio di troppo … prima … di scriverli … come fosse un omissis all’americana … perché se fosse all’italiana … ci vorrebbero le quadre … così [...] ma loro sono italiani … e fieri della bella lingua che credono (… illusi! …) di saper parlare … e quindi ti ritrovi interi post di quaranta righe scritti così … e non capisci dove finisce una … frase … e inizia l’altra … e ti viene da piangere …
- Quelli che fanno uso dell’abominevole aggettivo dimostrativo (A.A.D.): tale. L’A.A.D. non andrebbe mai usato quando si scrive con tono colloquiale. A esser pignoli, non andrebbe mai usato al di fuori di un verbale dei Carabinieri o di un atto notarile. Avete presente? Quelli che scrivono di un film, e li si legge con piacere per mezza pagina, finché all’improvviso non iniziano un capoverso con “Tale film…”.
- Quelli che scrivono perchè e sè con l’accento grave. Il correttore automatico di Word ve li corregge, ma Wordpress no (ci vorrebbe un plugin).
Ciò di cui mi stupisco è che ci sia bisogno di ricordare queste regolette a gente che ha un diploma di maturità o magari una laurea. Non sono giunta a conclusioni migliori di quelle del post precedente: dev’essere colpa della scuola italiana.
(P.S. già che sono in tema di Twitter: come ha giustamente fatto osservare Suzukimaruti tempo fa, per twittare in inglese bisogna saperlo, l’inglese. Occorre sapere cose del tipo “to look e to listen non sono verbi transitivi”, per intenderci. Certo che, non sapendo nemmanco l’italiano, ce li voglio.)
italiano grammatica twitter congiuntivi
Quarto indizio
Ormai non vi spiego più niente.
Il tempo stringe…
Quarto indizio: meglio una Polentina o un Calderotto?