Blog Day 2007
ago 31, 2007 blogging
Va bene. Va bene. Mi aggrego.
Avevo deciso di non partecipare al Blog Day 2007 perché non mi andava di scegliere solo cinque blog. Ma poi scopro di essere stata segnalata da ben tre blogger che leggo con piacere (Alebino, Kit e Philapple), quindi mi è sembrato scortese sottrarmi all’ardua sfida. [Aggiornamento dell'ultim'ora: mi ha linkata anche aEnima, grazie mille!] [Altro aggiornamento: E cinque! Sweet Jane mi lusinga!]
Per chi non lo sapesse, il Blog Day consiste nel segnalare cinque blog, scelti fra quelli che i vostri lettori probabilmente non conoscono ancora. Permetterete così a chi vi legge di scoprire voci nuove e nuove persone. Motivo per il quale nella mia lista di oggi non compaiono i tre blogger summenzionati, ai quali non posso rendere il favore per il semplice fatto che loro sono già molto più blogstar di me.
Io ora lo so che tutti gli altri miei amichetti si offenderanno perché non li ho linkati (no, Michele e Francesco, voi due non potete lamentarvi, è tutta l’estate che sui vostri blog si accumulano ragnatele!); ma sappiate che vi porto tutti nel cuore, e ho scelto i seguenti cinque blog perché sono quelli che ultimamente commento un po’ più spesso.
Quindi, quasi allo scadere del tempo massimo (sono già passate le sei di sera), voilà la mia lista, in rigoroso ordine alfabetico:
- El reloj de arena - perché è un genio. E un genio poliglotta, per di più. Se ogni tanto vedete un post in spagnolo, in polacco o in arabo, non vi preoccupate: lei è fatta così. E io vorrei sapere il polacco per non perdermi neanche uno dei suoi post.
- Il timido - perché l’ho convinto io ad aprire il nuovo blog, e ogni giorno mi do una pacca sulla spalla da sola per averlo fatto. Continua così!
- Just Vinz - per la grafica spet-ta-co-la-re e il buonumore contagioso. E poi i Blackberry, mmmmmh. Ne voglio uno.
- Moonage Crisis - perché l’ironia non ha prezzo. Lui però ne ha da vendere.
- YellowmanBlog - perché… fateci un salto e capirete perché. Giallo è uno dei miei miti personali. E prima o poi aspirerò una boccata dal suo narghilé. (*)
Buon Blog Day à tout le monde!
(*) No, in quella frase non c’è alcun innuendo sessuale. Smentisco categoricamente. Maiali che non siete altro.
BlogDay2007
Giornalismo d’assalto
ago 27, 2007 gender, pop, shopping, umurismu
Fedele alle mie autoprescritte linee guida per l’uso corretto del blog (il punto 3 recita: “Se devi sparar cazzate in coefficiente superiore al 30%, meglio che tu non posti affatto: al massimo tumblra“) ero sparita per qualche giorno. Una volta magari ve le posto tutte, le linee guida.
Ma rieccomi.
Ieri, per motivi su cui non mi soffermerò, leggevo Glamour. Glamour è una rivista di moda, bellezza, costume e cose-da-donne, che pesa l’equivalente di un neonato non prematuro, e il cui target di lettrici sembra avere un’età mentale non di molto superiore al suddetto neonato non prematuro.
E poi uno dice che da queste riviste glossy non si impara niente. Ah no, io ho imparato un sacco di roba. Sentite qua:
- A pagina 82, Valentino Garavani - uomo di età misurabile solo con generose dosi di Carbonio 14 - dichiara che “[lo] intrigano molto i Radiohead”, dopodiché sentenzia che “i pantaloni a vita bassa stanno facendo moltissimi danni”.
- A pagina 86, apprendo che esistono i Foho (folk boho), “nuova tendenza hippy eclettica”. E vabbè. Il problema è che l’idolo dei Foho è Mischa Barton. Oh signùr.
- A pagina 180 apprendo che avere fantasie erotiche che coinvolgono due donne “non è una fantasia di omosessualità”. Ah, ma guarda. Uno giudica troppo presto, eh. Apprendo che si tratta invece della “sensazione che si prova all’idea di trovarsi protagonista di uno scambio più particolare”. Eh?
- A pagina 184 apprendo “quali sono i segnali per capire che ci si sta chiudendo all’amore in modo pericoloso”. Ora sì che mi è chiaro il rapporto tra “l’affettività e le nostre zone d’ombra”. Vorrei saperla scrivere anch’io, fuffa così.
- A pagina 186, in perfetto stile “rubrica delle lettere di Cioè“, apprendo come si comporta la donna moderna ed emancipata quando l’ex della sua migliore amica le chiede di uscire. (Parole d’ordine: tatto e fermezza.)
- A pagina 256 apprendo da inconfutabile testimonianza fotografica che Jonas Cuaròn (figlio di Alfonso e anch’egli regista), con il quale ho avuto occasione di parlare al telefono non molto tempo fa per questioni di lavoro, è un gran bel pezzo di figliuolo. Resta che il suo inglese è segnato da un accento messicano ancor più macchiettistico di quello del padre. (Io però in realtà speravo di parlare direttamente con Alfonso, e chiedergli un commento sul fatto che il coro delle streghe del Macbeth in Azkaban è diventato “Fa’ che la pozione quagli” nel doppiaggio italiano. Vabbè, sarà per la prossima volta).
- A pagina 376 è fotografata e intervistata l’amica di un mio amico. Quant’è piccolo il mondo. Praticamente sono rimasta l’unica dei miei amici a non essere ancora stata intervistata da una rivista trendy. Non so se dolermene.
- A pagina 442 mi promettono che, se volto pagina, scoprirò “come ritardare di un mese la comparsa della ricrescita” sull’attaccatura dei capelli. Da brava finta bionda, la cosa mi intriga, soprattutto perché ho sempre pensato che fosse impossibile fermare la crescita dei capelli. E infatti, voltando pagina scopro di essere stata miseramente gabbata: mi si dice di utilizzare uno “shampoo allo zenzero”, spazzolare i capelli solo con “setole di cinghiale” e fare l’ultimo risciacquo con aceto di mele. Viva la natura. Praticamente, se vado a vivere in una comunità Amish avrò capelli bellissimi. Allora, perché due pagine dopo c’è un publiredazionale su prodotti per capelli che costano dai trenta euro in su?
L’ho sempre detto, io, che dovevo nascere maschio.
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Potter, pirati e P2P
ago 19, 2007 badtaste.it, editoria, internet, traduzione
Scrive La Stampa:
“I due uomini apparvero dal nulla, a pochi metri l’uno dall’altro, nello stretto viottolo illuminato dalla luna”. Inizia così la traduzione italiana di “Harry Potter and the Deathly Hallows”, settimo e ultimo capitolo della saga creata dalla scrittrice inglese Joanne Kathleen Rowling. Ma non si tratta della versione ufficiale, che arriverà in libreria soltanto poche ore prima della Befana, il 5 gennaio 2008. “I due uomini apparvero dal nulla” è l’incipit di una traduzione pirata, realizzata da qualche fan anonimo e distribuita su Internet.
(Posso permettermi un fugace momento di autocelebrazione? Ho scoperto che questa famosa traduzione pirata, che gira nel P2P, inizia con le prime 5 righe così come le avevo tradotte io il 15 luglio, prima dell’uscita del libro. Son soddisfazioni.)
Non so proprio cosa pensare di queste traduzioni “casalinghe” di Harry Potter. Immagino che vi attendiate da me una condanna ferma, visto che lavoro in editoria e di mestiere faccio la traduttrice “ufficiale”. Ma personalmente, non riesco proprio a non avvertire un moto di simpatia per chi si imbarca in imprese simili. I risultati spesso lasciano alquanto a desiderare, ma capisco perfettamente le persone che preferiscono sorbirsi errori di grammatica e sintassi pur di non aspettare cinque mesi per una traduzione che - come tutte le traduzioni di questo mondo - non sarà comunque esente da errori e manchevolezze.
Se io ora facessi una tirade in nome della legalità, sarei ipocrita. Nel male, meglio diffondere il risultato di un duro lavoro che non un film, o una canzone. A me questi ragazzini che traducono alla bell’e meglio stanno simpatici, dopotutto: mi sembrano un piccolo Esercito di Silente, un David armato solo di vocabolario (a giudicare dai risultati, forse neanche quello) di fronte al Golia editoriale che decide il bello e il cattivo tempo, e obbliga tutti noi a cinque lunghi mesi di attesa (con motivazioni risibili, peraltro). E, a dirla tutta, obbliga me a monitorare i forum di BadTaste per controllare che la gente non spoileri fino al 5 gennaio. Povera me.
Insomma, non so che dirvi. Se fossi io la traduttrice di HP (e mi sono immedesimata un po’ in lei traducendo qualche brano del libro nei riassunti), non mi dispiacerebbe poi troppo sapere che girano traduzioni pirata. Tanto poi lo sappiamo tutti che il 5 gennaio il libro venderà, eccome (nonostante il prezzo esorbitante*); ma questa è la forza di internet, ed è la forza della collaborazione “dal basso”. Massimo rispetto. The tables are turning.
E soprattutto, non vedo l’ora di confrontare la traduzione ufficiale con quelle dei fan. Penso proprio che avremo qualche sorpresa.
* C’è da dire anche che il 99% dei traduttori (non so la Masini, ma io di sicuro) sono pagati a forfait, e non a percentuale sulle vendite. Quindi non gliene può fregar di meno, al traduttore, se il libro vende 100 copie in più o in meno. Quei succosi 23 euro a copia vanno in massima parte nelle tasche di certi signori in giacca e cravatta, col posto fisso, le ferie pagate e i benefit aziendali. E i cui figli, presumo, usano abitualmente circuiti P2P.
badtaste.it harry-potter traduzione deathly-hallows reliquie-della-morte doni-della-mortep2p
Smoke gets in your eyes
ago 17, 2007 autoreferenzialità, minima moralia
Perché secondo voi, ogni volta che chiedo “due pacchetti di Marlboro” senz’altra specificazione, mi danno tutti le Marlboro Light? Che, ho forse la faccia di una che le rosse non le regge? O magari le rosse non sono “per signorine”?
Il primo che risponde a questo post dicendo “fumare fa male”, gli alito in faccia una Gitane senza filtro. Quelle che fumava Sartre.
sigarette fumo gitanes donne
Moo me!
ago 14, 2007 blogging, internet, pop, shopping
Chi ha detto che i biglietti da visita sono morti?
Moo.com li propone in versione riveduta e corretta, e molto 2.0. Se ne parla un po’ ovunque ultimamente, e sembrano diventati l’ultimo, irrinunciabile gadget, di cui ogni blogstar che si rispetti non può fare a meno. Io come al solito arrivo tardi. Nel mio caso si sono rivelati il modo migliore per comunicare in un colpo solo alle mie conoscenze offline l’indirizzo del mio sito, la mail, il cellulare e l’indirizzo di casa.
Le minicard, grandi circa la metà di un comune biglietto da visita, hanno due facce: da una parte si possono scrivere fino a sei righe di testo; dall’altro lato invece ci si sbizzarrisce con le immagini. Nel mio caso, come vedete, ho scelto di far stampare sul retro una fantasia a righe; ma ci sono mille design tra cui scegliere; e soprattutto - questa è la trovata geniale - si possono caricare (e croppare nel formato giusto) le proprie foto direttamente da Flickr. Credo che il buon Remuz ne riceverà in omaggio un bel po’, ma prima deve dirmi quali foto vuole metterci.
Moo.com propone anche graziosissime etichette adesive e biglietti di formato più grande; si possono usare nei modi più vari: come biglietti d’auguri, inviti, segnalibri e in mille altre maniere.
Cliccate sulle foto per ingrandirle. Mi scuserete se ho reso illeggibili i miei dati personali, ma sapete com’è, una fanciulla sola nel grande mare di internet… è pieno di stalker da queste parti.
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